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Lockdown e tasse, parte l'azione legale di Mio Italia in difesa dei ristoratori: "Non possono ricorrere agli usurai"

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«MIO Italia ha avviato un’azione legale contro il pagamento di tasse e tributi gravanti  dal marzo del 2020 in poi (mese di partenza del lockdown) su ristoranti, alberghi, bar pizzerie, pub, negozi, grossisti, distributori, partite Iva in genere. Il numero dei piccoli imprenditori che stanno aderendo a questa iniziativa di disobbedienza fiscale è in costante aumento». Lo hanno reso noto Paolo Bianchini e Fulvio Castellaro, rispettivamente presidente e responsabile per il Piemonte di MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità.

«La nostra azione legale si basa sull’impossibilità di pagare la giungla di balzelli che risucchia il 70% degli incassi (tale è la pressione fiscale), a causa dell’evidente crollo del fatturato, -57% la media nazionale, con punte anche del 95%. Gli aderenti all’iniziativa di Mio Italia hanno bloccato il pagamento della Tari, della tassa sulle insegne, della Siae, dei contributi Inps (esclusa la quota dipendente)», hanno spiegato Paolo Bianchini e Fulvio Castellaro. «Perché i piccoli imprenditori devono pagare la tassa sulle insegne, solo per fare un esempio, se queste ultime sono rimaste spente? Il versamento di alcuni tributi, solo di alcuni, è stato rinviato, ma non cancellato. Non è sostenibile tutto ciò», hanno aggiunto Paolo Bianchini e Fulvio Castellaro. «In questo senso, un pool di avvocati, tributaristi, commercialisti e professori universitari d’economia sostiene la protesta di MIO. I legali assisteranno i piccoli  imprenditori già da quando arriverà il primo avviso di pagamento. Sarà infatti presentato un immediato ricorso e quindi offerta copertura legale in tutti e tre i gradi di giudizio», hanno sottolineato Paolo Bianchini e Fulvio Castellaro. «I piccoli imprenditori non possono ricorrere agli usurai per pagare le tasse. La nostra sarà una battaglia pubblica, a testa alta, che auspichiamo raccolga il massimo del consenso. Il comparto dell’ospitalità a tavola (Horeca) vale il 30% del Pil e senza di esso l’economia italiana tutta non potrà mai ripartire», hanno concluso Paolo Bianchini e Fulvio Castellaro.
 

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