Nasce Alitalia Ita, i primi aerei a inizio 2021
Si chiamerà Alitalia Ita (Italia trasporto aereo spa) la nuova compagnia, che nasce con il decreto firmato ieri. Un nuovo nome per Alitalia, nata come Alitalia Lai e poi ribattezzata Alitalia Cai con la privatizzazione del 2008, con i "capitani coraggiosi" e poi diventata Alitalia Sai, con l’arrivo degli arabi di Etihad nel 2014, poi finita in amministrazione straordinaria nel maggio del 2017. L’attesa é finita, la newco è realtà. Dopo settimane di rinvii, nella serata di venerdì é stato firmato il decreto interministeriale per la costituzione della nuova società. «La Newco rappresenta il primo passo verso la costituzione di un vettore di qualità capace di competere sul mercato internazionale. Poniamo le basi per il rilancio del trasporto aereo italiano, attraverso la scelta di manager di primo livello e grande competenza in grado di elaborare e attuare un piano industriale solido e sostenibile», ha spiegato il ministro dell’Economia Gualtieri. «Nasce oggi la nuova compagnia aerea di bandiera, in netta discontinuità con il passato e che dovrà giocare un ruolo da protagonista sul mercato europeo e internazionale», ha aggiunto la collega ai Trasporti Paola De Micheli. Con il decreto é nominato come da anticipazioni il cda con Francesco Caio (presidente), Fabio Maria Lazzerini (amministratore delegato) e i consiglieri Alessandra Fratini, Angelo Piazza, Lelio Fornabaio, Frances Vyvyen Ouseley, Simonetta Giordani, Silvio Martuccelli e Cristina Girelli. Secondo Lazzerini, l’esecutivo ha avuto «coraggio nella decisione di investire in un’azienda di trasporto aereo in Italia» e ora serve uno sprint decisivo.
La newco, per la quale l’esecutivo ha stanziato fino a 3 miliardi di euro come dotazione iniziale, è un asset imprescindibile, anche perché l’attuale compagnia è limitata nella sua operatività dai vincoli dell’amministrazione straordinaria. L’obiettivo della newco ora è quella di far volare i primi aerei a inizio 2021, con «alleanze giuste» e l’integrazione ferrovia-aereo. Certo, rimane la Cigs per 6.828 lavoratori, ma l’aspetto occupazionale sarà affrontato a dovere solo dopo piano industriale e primi dati post-Covid.
Nel frattempo Alitalia sarà davvero una compagnia di bandiera, anche se c’è già qualcuno che fa capolino per l’asset. Usaerospace segue infatti «con attenzione l’evoluzione delle attività indirizzate al salvataggio di Alitalia» e ribadisce il «proprio inalterato interesse a partecipare al rilancio della stessa». La società a stelle e strisce ha ribadito «il proprio interesse», confermando «l’impegno finanziario, reiteratamente dichiarato di 1,5 miliardi di dollari». E ancora: sarebbe pronto un piano strategico totalmente basato su hub italiani e una flotta di 150 aerei posizionata sul lungo raggio (le lunghe tratte sono un obiettivo dichiarato del nuovo management).
Non sono mancate comunque le polemiche. «È vergognoso l’allargamento del nuovo cda di Alitalia, che passa da cinque a nove membri pur di soddisfare gli appetiti di tutte le forze politiche di governo. In spregio ad una situazione ben drammatica con oltre sette mila lavoratori in cassa integrazione i partiti hanno litigato e ritardato queste nomine pur di arrivare a spartirsi qualche altra poltrona. Ora, attendiamo con impazienza un piano industriale che possa rilanciare con forza la nostra compagnia di bandiera». Così Mauro Rotelli, deputato di Fratelli d’Italia e componente della commissione Trasporti della Camera.
«Pensiamo ad un concreto rilancio della nostra compagnia di bandiera», é il mantra del numero 1 del Mise Stefano Patuanelli. Ora si può decollare: la pandemia lascia uno spiraglio per una vera rinascita.