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Perché i contanti danno la felicità. Lo psicologo David Lazzari boccia la proposta di Vittorio Colao

Massimiliano Lenzi
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L’abolizione del contante cambierà - se realizzata - la storia dell’umanità e chi la propone (Vittorio Colao con il suo piano è tra questi, assieme a Matteo Renzi, a Romano Prodi e ad una buona parte del centrosinistra che sostiene Giuseppe Conte premier) inseguendo il moralismo della lotta all’evasione fiscale ed il fine salvifico di una questione morale collettiva, probabilmente non si rende conto della mutazione genetica e sociale che questo cambiamento, l’abolizione del denaro o la sua tassazione feroce, potrebbe portare alla vita degli italiani e del mondo intero, perlomeno per quelle nazioni che questa cancellazione proveranno a realizzarla.

Pensiamo solo per un attimo alla nostra storia passata, a ciò che siamo noi oggi, ed immaginiamo questo nostro passato senza i contanti. Non ci sarebbero i trenta denari di Giuda che con il suo tradimento ha dato vita al Cristianesimo per come lo conosciamo (e preghiamo, per chi crede) oggi. Non ci sarebbero i vincoli europei al deficit, che hanno a che fare con i soldi spesi senza averli, perché è su questo che stanno rimproverando gli italiani da anni, tanti, troppi ormai. E poi il danaro che non dorme mai - mito di Wall Street e del capitalismo feroce che si alimenta del suo “struggle for life”, della sua lotta per la vita. Per tacere dei nostri sogni, da Paperon dei Paperoni nei fumetti al film “Quarto potere” sino alla commedia del nostro scontento, con Totò che stende i soldi falsi ad asciugare, quando interpreta un falsario in un film esilarante e comico che incarna la contraddizione delle miserie economiche e la tristezza di chi non ce la fa a sbarcare il lunario. Per questo - perché abolire il contante secondo noi è una scelta contro natura e contro l’umanità - sui possibili effetti di una tale scelta abbiamo intervistato David Lazzari, il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi. “Non voglio entrare nel merito - spiega Lazzari a ‘Il Tempo’ - dell'efficacia della misura dell'abolizione del contante per combattere l'evasione fiscale. Devo tuttavia rilevare che l’Umanità utilizza i contanti da secoli. La storia dell'uomo è fatta di rapporti, di fiducia personale, di interazione anche visiva. Lo scambio tra un bene e una moneta rappresenta una consuetudine vecchia di secoli che può essere superata solo con il tempo e con le dovute accortezze. Penso in particolare agli anziani che sono i meno digitalizzati. Si sta andando sempre di più verso una società fatta di fredde e impersonali transazioni digitali che rischia di escludere o di limitare l’aspetto umano. Inoltre, una società senza contante è anche una società che aumenta il controllo sulle vite private dei cittadini, archiviando dati che devono essere gestiti con molta attenzione evitando abusi”. Più chiaro di così, seppur nella morigeratezza delle parole usate, sarebbe difficile da spiegare.

Lazzari poi nella sua chiacchierata con “Il Tempo” si spinge anche oltre il contante, fornendo una propria analisi del piano Colao: “Lo ‘sviluppo del capitale psicologico’ - sottolinea - è tema strategico del piano ‘Rilancio Italia’. Il documento, messo a punto dalla Task Force di esperti nominata dal Governo e coordinata da Vittorio Colao, sottolinea l’importanza degli aspetti psicologici per la società, la salute e un nuovo sviluppo. Il Piano, che prende vita in un contesto dedicato soprattutto all’economia e al lavoro, avanza interessanti proposte specifiche che coinvolgono gli Psicologi in modi diversi e significativi. È auspicabile che queste proposte siano ascoltate attentamente dai decisori politici. Il nostro giudizio sul DL Rilancio è negativo perché è stato del tutto sottovalutato l'impatto che il disagio psicologico ha avuto, ha e soprattutto avrà sul benessere psicofisico dei cittadini e dunque sul clima sociale del Paese. Dai dati in nostro possesso, si rileva che il disagio è strutturale e rischia di peggiorare, principalmente a causa dei problemi economici che moltissimi stanno vivendo. In questo scenario, gli psicologi si sono mobilitati e hanno fatto pienamente la loro parte. Il Governo ha fatto affidamento sul senso di responsabilità e sul volontariato della categoria ma senza riconoscere questo sforzo. Non basta un numero verde gestito da volontari per affrontare l’emergenza psicologica che stiamo vivendo. Servono risposte concrete e strutturate: assunzioni di psicologi nel SSN, erogazione di voucher per l'assistenza psicologica, detassazione per le prestazioni”.

Parole chiare, nette, che ci fanno porre, in conclusione di questo articolo una riflessione che giriamo ai nostri governanti, così attenti ed impegnati ad insegnare il come vivere agli italiani ma distratti dalla realtà di tutto il resto. Come ripeteva spesso il comico Groucho Marx, “Nella vita ci sono cose ben più importanti del denaro. Il guaio è che ci vogliono i soldi per comprarle!”. Se non ci credete, domandate  all’Europa.

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