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I falchi Ue attaccano il Draghi "sovranista"

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Filippo Caleri
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Il riflesso condizionato dei falchi dell'Europa del Nord contro qualunque misura di politica monetaria che avvantaggi gli stati del Sud è scattato con 24 ore di ritardo. Ma alla fine tedeschi e olandesi non sono riusciti a tenere la bocca chiusa. Così se sulla a copertina della Bild il presidente dell'Eurotower è diventato «il conte Draghila» che succhia i risparmi tedeschi, il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, non si è nascosto dietro la diplomazia per mascherare il malcontento. Il pacchetto varato da Draghi, ha detto «ha oltrepassato il limite: una serie di misure di quella portata non era necessaria». Secondo il numero uno della banca centrale tedesca, «la decisione di acquistare ancora più titoli di Stato renderà sempre più difficile per la Bce uscire da questa politica. E più a lungo dura, più aumentano gli effetti collaterali e i rischi per la stabilità finanziaria». In totale, sarebbero stati una decina i componenti del direttivo a essersi dichiarati contrari al rinnovo del Quantitative easing. Tra questi i rappresentanti di Francia, Germania, Olanda, Austria ed Estonia. E proprio dal governatore della Banca d'Olanda, Klaas Knot, sono arrivate critiche al vetriolo a Draghi. «Questo ampio pacchetto di misure, e in particolare il riavvio del programma di acquisti», ha rilevato «è sproporzionato in relazione alla situazione economica attuale e ci sono buone ragioni per dubitare della sua efficacia». Più morbido nei toni, ma non meno diretto nella sostanza, il governatore della Banca d'Austria, Robert Holzmann. Le scelte di Eurotower ha avvertito in un'intervista a Bl

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