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L'affondo di Confindustria: "Il governo ha ipotecato i conti"

Il centro studi: nessuna soluzione indolore, o aumenta l'Iva o sale il deficit

Davide Di Santo
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 "Il governo ha ipotecato i conti pubblici e non ci saranno opzioni indolori con la finanza pubblica a un bivio: l'alternativa al rincaro Iva è far salire il deficit al 3,5%, causando un ulteriore aumento dei tassi sovrani che avrebbe effetti recessivi". È l'attacco del Centro studi di Confindustria all'esecutivo, contenuto nel rapporto sugli scenari geoeconomici presentato nella sede degli imprenditori. "Se si volessero annullare gli aumenti Iva e fare la correzione richiesta del bilancio strutturale, servirebbero 32 miliardi di euro. Senza risorse per la crescita".  "A legislazione vigente il 1 gennaio 2020 ci sarà l'aumento di circa 3 punti delle aliquote Iva ordinaria e ridotta. L'attività economica sarà penalizzata, con un effetto negativo sulla crescita di 0,3 punti percentuali, anche se il deficit/Pil migliorerà per restare al 2,65", spiegano gli economisti di viale dell'Astronomia. Questo però, annotano ancora, "non basterà per realizzare quella correzione strutturale del bilancio richiesta dalle regole europee". Si renderebbe perciò "comunque necessaria una manovra correttiva".  

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