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Levano ai poveri per dare alle banche

I soldi per mettere in sicurezza l'istituto di credito genovese presi tagliando i fondi multilaterali di sviluppo e il budget globale per l'ambiente

Valerio Maccari
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Saranno i tagli ai fondi multilaterali di sviluppo e al Fondo globale per l'ambiente a «pagare» il salvataggio di Carige. La relazione tecnica al decreto chiarisce dimensioni e costi della messa in sicurezza dell'istituto genovese, per il quale il Mef fino al 30 giugno 2019 è inoltre autorizzato a concedere una garanzia dello Stato sulle passività di nuova emissione di Banca Carige (commissariata dalla Bce la scorsa settimana) e sulla liquidità di emergenza fornita da Bankitalia, fino a un valore nominale di 3 miliardi di euro. Una garanzia - come spiegato dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che «serve a sterilizzare la situazione» di Carige, assicurando ai commissari straordinari le condizioni necessarie per portare avanti la ricerca di un partner. Le risorse sono a loro volta garantite, però, dalla contemporanea istituzione di un fondo di 1,3 miliardi di euro per coprire gli oneri dei bond e della eventuale sottoscrizione di azioni della banca per un massimo di un miliardo in caso di ricapitalizzazione precauzionale. Il fondo servirà - per 1 miliardo circa - all'operazione di rafforzamento patrimoniale dell'istituto, attraverso la sottoscrizione di azioni della Banca, ma anche per concedere - nella misura di 300 milioni - le garanzie dello Stato sulle passività di nuova emissione e sull'erogazione di liquidità di emergenza. Un intervento consistente, pur se inferiore ai 2 miliardi ipotizzati nelle prime bozze, che - spiega la relazione tecnica - determina «un effetto negativo in termine di saldo netto del bilancio dello Stato», e che trova le copertura grazie ai tagli sulla... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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