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Manovra, Tria invia la lettera all'Ue: "Scelte difficili ma necessarie"

Il ministro Tria

L'Italia risponde a Bruxelles

Silvia Sfregola
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Oggi, alle 11.55, il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha inviato al vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, e al Commissario Ue agli affari economici e Monetari, Pierre Moscovici, la risposta alla loro lettera del 18 ottobre scorso, in cui chiedevano chiarimenti sul Documento Programmatico di Bilancio (DPB) 2019. Lo rende noto il Mef. Il ministro Tria - viene sottolineato - ribadisce il quadro macroeconomico contenuto nel DPB e i termini della politica economica del governo, finalizzata a stimolare crescita per favorire la riduzione del debito pubblico. Un sostegno importante alla crescita economica è atteso dal rilancio degli investimenti, sia pubblici che privati che in capitale umano, e dalle riforme strutturali che il governo intende mettere in atto. Una "deviazione senza precedenti". Di fronte a questo avvertimento, che fin da subito ha avuto il sapore di procedura di infrazione, il ministro dell'Economia aveva poche carte da giocare, visto che l'esecutivo di cui fa parte ha praticamente rimandato al mittente la sua stessa proposta di far scendere l'asticella del rapporto deficit-Pil sotto il 2% già nel 2020. L'operazione è fallita, il governo compatto ha confermato l'obiettivo del 2,4 per i prossimi tre anni e ora toccherà proprio a Tria convincere o quantomeno ammorbidire quel "senza precedenti" per evitare che l'Europa proceda con un giudizio negativo. Insomma anche se di "manine" non si vuole più parlare, lo spettro continua ad aleggiare nelle stanze di palazzo Chigi. Per quanto riguarda i contenuti, Di Maio ha anticipato che "la lettera racconta le ragioni della nostra manovra di bilancio e dirà anche che tra le clausole di salvaguardia, cioè i debiti che ci hanno lasciato i governi precedenti, e la minore crescita con il deficit quest'anno, partivamo dal 2%. Quindi lo sforamento è solo dello 0,4%". Si tratta di una "manovra coraggiosa" a cui sta lavorando tutto il governo e che tenta di "ricostruire i diritti per italiani, come il reddito di cittadinanza, quota 100 e ricompensare i truffati delle banche. Sappiamo che per commissione europea non sono principi condivisibili". La speranza è che si dia una seconda possibilità al governo, con una reazione alla contro-lettera del ministro e l'apertura di "un contraddittorio", auspica il vicepremier, "per convincerli della bontà della nostra manovra". Secondo Di Maio il governo del cambiamento con questa legge di bilancio vuole creare un "modello" basato sul concetto che "per abbassare il debito si deve investire sui diritti sociali". Modello che, se condiviso, potrebbe "cambiare tutta l'Europa". Intanto il ministro dell'Interno Matteo Salvini in conferenza a via Bellerio fa sapere che "le manovre economiche lacrime e sangue spedite via fax da Bruxelles con noi non funzionano. Se vogliono capire, glielo spieghiamo provvedimento per provvedimento. Siamo pronti a dialogare e a confrontarci". C'è il timore adesso su cosa accadrà in caso di bocciatura formale al documento programmatico da parte dell'Europa. "Da Moscovici a Juncker, se vorranno venire, troveranno le porte da me spalancate - ha dichiarato il ministro - Ma sui principi cardine e sugli investimenti della manovra indietro non si torna. Se arriverà una lettera critica, risponderemo con una lettera di dialogo e vediamo chi scrive più lettere".

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