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Agricoltura, la siccità "brucia" due miliardi di euro

Erbicidi

Davide Di Santo
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La conta dei danni causati dalla siccità all'agricoltura sale a due miliardi di euro, ma l'Italia continua a "sprecare" 9 litri su 10 di acqua piovana. L'ultima stima di Coldiretti - l'associazione nazionale dei coltivatori diretti - fotografa un settore in ginocchio dal Nord al Sud dello Stivale, dalle vallate alpine come la Val di Non fino agli altopiani d'Abruzzo e ancora fino in Campania, dove gli imprenditori del settore hanno richiesto a gran voce lo Stato di calamità. L'andamento climatico del 2017 del tutto anomalo è stato classificato tra i più caldi e secchi degli ultimi 200 anni. Il Dossier Coldiretti è stato presentato dal presidente Roberto Moncalvo all'Assemblea nazionale con gli agricoltori di tutte le province per il primo focus sulla crisi idrica che si sta vivendo. "Sempre più difficile ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro da industria, ma anche i vigneti e gli uliveti e il fieno per l'alimentazione degli animali per la produzione di latte con l'allarme siccità ormai esteso a oltre i 2/3 della superficie agricola nazionale". E quando l'acqua arriva, fa più danni del caldo. "Violenti nubifragi con trombe d'aria e grandine a macchia di leopardo hanno fatto salire ancor di più il conto dei danni". Qual è allora la ricetta per far fronte a crisi idriche come quella in corso? Per il numero uno di Coldiretti, Moncalvo, bisogna passare dalla "gestione dell'emergenza con enorme spreco di risorse a una cultura delle prevenzione e della programmazione". "L'Italia - ha spiegato ancora Moncalvo all'Assemblea di associati riuniti a Milano - resta un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d'acqua che cadono annualmente ma per le carenze infrastrutturali se ne trattengono solo l'11%. Lo sfasamento stagionale, con autunno caldo e primavera anticipata, con più giorni consecutivi a temperature estive elevate, con la modifica della distribuzione delle piogge e l'aumento dell'intensità delle precipitazioni con una forte perdita per scorrimento, sono effetti dei cambiamenti climatici prevedibili che richiedono interventi strutturali". "Dobbiamo dunque organizzarci per raccogliere l'acqua nei periodi più piovosi. Occorrono - ha continuato Moncalvo - interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini aziendali e utilizzando anche le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere l'acqua piovana". "Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte - ha sottolineato Moncalvo - per promuovere l'uso razionale dell'acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l'innovazione con colture meno idro-esigenti. Ma - ha continuato Moncalvo - non deve essere dimenticato che l'acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell'intero settore alimentare". La responsabilità degli agricoltori è evidente anche "nell'affrontare l'emergenza incendi, dove è determinante la tempestività di intervento ed è importante creare una rete diffusa di sorveglianza grazie alla presenza capillare sul territorio, proprio degli agricoltori".

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