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Scompare Antoine Bernheim

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e un pezzo della grande finanza Il banchiere amico di Cuccia fu per due volte presidente del Leone di Trieste

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e.E mondiale. La notte tra lunedì e martedì è morto il banchiere Antoine Bernheim, a lungo presidente del gruppo Generali, lasciato non senza polemica lo scorso anno. Ad annunciare la scomparsa uno stringato resoconto pubblicato dal sito del quotidiano Le Monde, che citava fonti della famiglia, senza fornire ulteriori dettagli sulle circostanze della morte. La fonte non è certo casuale: il seggio nel consiglio di sorveglianza del gruppo editoriale Le Monde era infatti una delle ultime cariche ancora detenute da Bernheim, ormai ottantasettenne, che negli ultimi anni aveva fatto un passo indietro rispetto al suo impegno nell'alta finanza, abbandonando pian piano tutte le posizioni di prestigio. Dopo l'addio a Generali nel 2009, non privo di recriminazioni e strascichi giuridici, l'anno scorso era stata la volta di quello ai cda delle due società guidate dal finanziere Vincent Bollorè, il gruppo di pubblicità e pubbliche relazioni Havas e il gruppo Bollorè. Segno evidente di un deterioramento ormai irreversibile dei rapporti tra i due, un tempo alleati nelle manovre finanziarie al di qua e al di là delle Alpi. Uno strappo che l'uomo d'affari bretone ha nascosto ieri dietro una nota di ricordo, diffusa in serata: «È ovviamente con profonda emozione - scrive Bollorè - che abbiamo appreso della scomparsa di un uomo che, per decenni, è stato un sostegno indefesso per il Gruppo, e un consigliere prezioso per me». Nell'aprile scorso, infine, la rinuncia che per molti ha sancito l'uscita di Bernheim dai grandi salotti della finanza transalpina: quella al posto di consigliere d'amministrazione del gigante del lusso Lvhm, che l'ex banchiere aveva conservato per oltre 25 anni, giocando un ruolo chiave nella sua ascesa a leader del settore, anche tramite il sostegno all'attuale patron Bernard Arnault e alla sua strategia di sviluppo multicanale e internazionale. Il mandato era giunto a scadenza nel 2012 e, un po' a sorpresa, il rinnovo non era stato proposto all'assemblea degli azionisti, senza precisazioni sul motivo. Una mossa non preannunciata, che aveva intensificato le voci sull'aggravarsi delle condizioni di salute del finanziere ultraottantenne.

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