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Stop confermato. I benzinai non trattano

Un distributore di benzina chiuso per sciopero

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Il tentativo di mediazione da parte del governo, per ora, non ha avuto successo: lo sciopero, alla fine, si farà. I benzinai confermano la mobilitazione. E da oggi alle 19 fino alle 7 dell'11 novembre gli impianti di distribuzione carburanti resteranno chiusi in tutta Italia. Faranno eccezione solo le zone colpite dalle recenti alluvioni, tra cui Liguria, Piemonte e Lunigiana. Dove, «in considerazione della situazione di grande difficoltà nella quale versano le popolazioni», gli impianti rimarranno aperti. Ad annunciare lo sciopero è il Coordinamento Nazionale Unitario di Faib Confesercenti e Fegica Cisl. Che proprio venerdì era stato convocato dal Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all'Energia Stefano Saglia, nel tentativo di scongiurare la mobilitazione. Tentativo, spiegano Faib e Fegica, fallito: «Dal Mise una nuova prova di latitanza: piovono promesse che questo Governo non ha saputo rispettare neanche nei suoi tempi migliori». In particolare, i gestori chiedono impegni soprattutto sulla liberalizzazione del mercato dei carburanti, che – scrivono - continua ad essere ingessato e sotto il ferreo controllo di potenti lobby». Centrale però è anche la questione del bonus fiscale, il provvedimento di deduzione forfettaria che riconosce ai gestori il ruolo di sostituto di imposta. Ruolo che, sottolineano, «ci assumiamo incassando e riversando 38 miliardi di euro all'anno di tasse, tra accise e Iva, nelle tasche di Tremonti: neanche ora, quando pure il sottosegretario Saglia è stato costretto ad ammettere pubblicamente che si tratta di un provvedimento dovuto». Dal canto suo, il Sottosegretario continua a cercare la mediazione per scongiurare la serrata. E dopo aver garantito, proprio dalle colonne di questo giornale, che la liberalizzazione è in arrivo e che il bonus sarà trasformato da provvedimento annuale a strutturale, chiama i gestori a un nuovo tavolo. «Il sottosegretario allo Sviluppo, d'intesa con il Ministro Romani – spiega una nota del Ministero dello Sviluppo Economico – ha convocato per domani alle 12 Faib, Fegica e Figisc al fine di avanzare ufficialmente le proposte del Ministero per risolvere la vertenza in corso». Le associazioni, però, premettono «secco no» ad eventuali proposte da parte governativa che contemplino un aumento del prezzo dei carburanti. «Il governo ha il dovere – prosegue la nota di Faib e Fegica – oltreché ogni possibilità di trovare all'interno delle disponibilità già accertate le risorse necessarie».

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