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«Il bonus fiscale diventerà stabile»

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Il sottosegretario Saglia illustra la ricetta del governo sul fronte carburanti

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E,soprattutto, l'intendimento preciso a «trasformare il bonus fiscale in un intervento strutturale e non più solo annuale». Il sottosegretario allo Sviluppo con delega all'Energia Stefano Saglia dà risposte precise ai gestori degli impianti di carburanti. Che hanno minacciato di scendere in sciopero dall'8 al 10 novembre per protestare contro il fermo delle liberalizzazioni e per chiedere il rinnovo del bonus fiscale, il provvedimento di deduzione forfettaria che riconosce loro il ruolo di sostituto di imposta. Sottosegretario, ieri il tavolo da lei convocato per evitare lo sciopero si è risolto in un nulla di fatto: i gestori confermano la serrata, dicendo di non aver ricevuto dal governo «alcuna risposta tangibile», ma solo «promesse fumose». Quale è la vostra interpretazione dell'incontro? «Il tavolo è stato un'occasione di confronto per ribadire l'impegno che il governo ha sempre dimostrato verso la categoria. Abbiamo anche cercato di sondare le richieste e le esigenze dei gestori e individuare i margini della trattativa. Ho quindi annunciato che lunedì invieremo un documento con una dichiarazione di impegni da parte del ministero dello Sviluppo che cerchi di soddisfare le loro richieste con particolare riferimento al bonus fiscale». Il bonus fiscale, in particolare, sembra essere una delle maggiori preoccupazioni della categoria. Ci può dare qualche anticipazione di merito sul documento di lunedì? «Abbiamo sempre lavorato affinché il bonus venisse prorogato ogni anno. Nel documento faremo un passo in più: metteremo nero su bianco il nostro intendimento di trasformare il bonus fiscale in un intervento strutturale e non più solo annuale. E individueremo anche un percorso legislativo appropriato. In questo modo vogliamo onorare non solo il protocollo siglato nel 2008 con l'allora ministro Scajola ma anche l'impegno diretto preso dalla presidenza del Consiglio in occasione dello sciopero di settembre 2010». Certo che la richiesta di un bonus fiscale ha un po' il sapore di privilegio "corporativo”. Insomma, sembra quasi che i gestori non vogliano tener conto della situazione di crisi e degli sforzi richiesti a tutti. «I gestori sono degli imprenditori. Il bonus fiscale a loro concesso va nel senso delle agevolazioni alle piccole e medie imprese. È un modo per stimolare l'imprenditoria e quindi la crescita del Paese. In un momento di crisi non è possibile fare solo tagli lineari ma bisogna investire per la crescita del nostro tessuto imprenditoriale». L'altra questione sollevata dalle associazioni è quella delle liberalizzazioni. I gestori dicono di volere una «riforma della distribuzione carburanti tesa ad aumentare la competitività ed efficienza del sistema». A che punto siamo nel processo di liberalizzazione? «La liberalizzazione del settore l'abbiamo messa in campo con la manovra di luglio 2010. Abbiamo inserito, senza sostanziali modifiche, un testo concordato nell'ambito del tavolo carburanti e sottoscritto dagli stessi gestori firmando un protocollo d'intesa per la revoca dello sciopero del settembre 2010. Ora siamo in fase di implementazione della riforma: il primo passo è la razionalizzazione degli impianti incompatibili. Siamo in attesa di un censimento da parte degli enti locali. I prossimi interventi normativi riguarderanno il settore della raffinazione che sta attraversando un periodo di crisi strutturale». Ci sono differenze fra la liberalizzazione che ha in mente il governo e quella che vorrebbero i gestori? «Faib e Fegica promuovono un sistema con la separazione della proprietà della filiera della distribuzione rispetto alla raffinazione. Trasformerebbe la categoria da imprenditori a dipendenti. Si tratta di una specie di vendita all'ingrosso ma non è detto che avrà automaticamente un effetto sui prezzi. Un grosso limite della proposta è che non chiarisce su chi ricadono i costi di gestione degli impianti. Infine distruggerebbe solo un sistema e farebbe scappare le compagnie dall'Italia». Qual è, invece, il punto di vista del governo? «Noi prevediamo la chiusura degli impianti incompatibili e obsoleti, l'incentivazione dei servizi non oil, una spinta alla selfizzazione garantendo l'accesso ai servizi self anche negli orari di apertura dell'impianto, l'incentivazione della moneta elettronica, l'aumento della sicurezza e della sorveglianza impianti e una maggiore trasparenza nella comunicazione dei prezzi. Per stimolare la concorrenza abbiamo previsto di superare la forma del contatto di comodato d'uso gratuito con la possibilità di stipulare anche altre forme contrattuali. Che, però, dovranno essere preventivamente concordate con gestori e compagnie con la supervisione del ministero».

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