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Bruxelles chiede all'Italia un'altra stretta

Il commissario Ue agli affari economici Olli Rehn

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Non c'è tregua. Bruxelles ora chiede all'Italia una manovra aggiuntiva. Nel giorno in cui si consuma la crisi di governo e mentre Berlusconi assicura che il maxiemendamento alla legge di Stabilità sarà votato come richiesto dall'Europa, viene fuori che nemmeno questo è sufficiente a mettere l'Italia al sicuro. Oggi gli esperti della Commissione europea e della Bce saranno a Roma per monitorare l'attuazione della lettera d'intenti di Berlusconi alla Ue del 26 ottobre scorso ma si sono fatti precedere da un questionario. In questo documento inviato a Roma affermano che per raggiungere gli obiettivi fissati dall'Italia in materia di finanza pubblica per il 2012 e il 2013 «saranno necessarie misure aggiuntive». I tecnici di Bruxelles sostengono che «la programmata strategia di bilancio non assicura il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013». La Commissione chiede quindi se il governo ha già preparato gli interventi da adottare e, in caso affermativo, di conoscere di che tipo di misure si tratta. Il portavoce del commissario agli Affari economici Olli Rehn in serata ha corretto il tiro spiegando che non è stata chiesta una manovra aggiuntiva ma il questionario è un documento di lavoro e che «non rappresenta la posizione ufficiale della Commissione». Il portavoce, però, ha rinviato una risposta definitiva al momento in cui saranno pubblicate le nuove stime macro-economiche anche sull'Italia. Il che accadrà domani. Il portavoce ha aggiunto che l'Italia ha varato delle manovre finanziarie per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013 ma «la situazione si è deteriorata soprattutto rispetto alla crescita, come vedremo dalle stime che saranno pubblicate giovedì prossimo». In quel momento, ha aggiunto, potrà essere posto l'interrogativo su quanto dovrebbe fare l'Italia secondo la Commissione europea. La dichiarazione del portavoce, dunque, è piuttosto sibillina e lascia tutto in sospeso fino a domani. D'altra parte, il questionario, che costituisce la base della missione Ue-Bce, è accompagnato da una lettera al ministro Tremonti firmata dallo stesso commissario Rehn. Dunque è più di un documento tecnico. La situazione italiana è stata al centro dell'Ecofin di ieri al quale il ministro Tremonti però non ha partecipato perché impegnato con il voto alla Camera sul Rendiconto dello Stato. Ma il ministro ha comunque rassicurato in mattinata i colleghi dell'Eurozona sugli impegni del governo. Al termine dei lavori Rehn si è lungamente soffermato sulla crisi del nostro Paese («un bersaglio in movimento») definendola «drammatica» e ha annunciato che proprio dalla missione Ue in Italia verrà applicato per la prima volta il quadro di regole rafforzate per la sorveglianza economica e di bilancio dei Paesi dell'Eurozona. È una missione, ha precisato, «essenzialmente collegata alla preparazione di alcuni misure di bilancio e alle riforme strutturali che sono necessarie per conseguire gli obiettivi di bilancio e per assicurare la sostenibilità economica dell'Italia». Ciò che, ha osservato Rehn, «quando sarà fatto, servirà al Paese, in futuro, qualunque sia il suo governo». Questa missione sarà solo «il primo passo nel monitoraggio rafforzato dell'Italia da parte della Commissione». Non solo. A breve arriveranno anche i tecnici del Fondo Monetario internazionale. Lo ha ribadito il direttore generale Christine Lagarde. L'Ecofin ha approvato il pacchetto di misure per il rafforzamento della governance economica europea ma resta a un punto morto la tassazione sulle rendite finanziarie, la cosiddetta «Tobin Tax».

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