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Oggi il salvataggio di Dexia. I clienti tremano

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«Stiamolavorando a una soluzione solida, strutturata», ha spiegato il ministro dell'Economia transalpino Francois Baroin, secondo cui la banca franco-belga «non può restare in questo stato, è incontestabile». Soluzione che passa, ha indirettamente confermato, da uno smembramento del gruppo, con la creazione di una «bad bank» in cui riversare gli asset tossici e la cessione del cospicuo portafoglio di crediti agli enti locali, 70 miliardi di euro circa, a una società comune creata da Cassa dei depositi francese e Banque Postale. Baroin ha inoltre ribadito l'impegno di Parigi e Bruxelles a fornire garanzie a tutela dei depositi dei privati e delle attività di finanziamento degli enti locali. Nessun impatto quindi, hanno rassicurato sia il ministro che il governatore della Banque de France Christian Noyer, sul rating «tripla A» del debito sovrano transalpino, elemento cruciale per scongiurare un aumento eccessivo dei costi di finanziamento per lo Stato francese. Meno convinti, i piccoli risparmiatori belgi, che secondo il giornale economico di lingua fiamminga De Tijd, nella sola giornata di ieri avrebbero ritirato oltre 300 milioni di euro dai loro conti, senza calcolare le eventuali operazioni online. Notizia non confermata né smentita da Dexia.

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