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Condannati Cragnotti e Geronzi

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SergioCragnotti e Cesare Geronzi sono stati condannati rispettivamente a nove anni e a quattro anni di reclusione nel processo sul crac da 1.125 milioni di euro della Cirio. La sentenza di primo grado è stata emessa ieri, al termine di una lunghissima camera di consiglio, dai giudici della prima sezione del tribunale di Roma presieduta da Giuseppe Mezzofiore. Nessuno degli imputati «eccellenti» era presente in Aula durante la lettura del dispositivo. Il processo era iniziato il 14 marzo del 2008 (il fallimento dell'azienda risale al 2002). Trentacinque gli imputati accusati, a seconda delle posizioni, di bancarotta fraudolenta, preferenziale e distrattiva, oltre che di truffa. I pm avevano chiesto 15 anni per l'ex patron della Lazio e 6 per l'ex presidente della della Banca di Roma. Ma alla fine i giudici hanno comminato pene meno severe. «Resto tranquillo - è il commento a caldo di Geronzi - perché continuo a ritenere di avere agito correttamente, nell'ambito delle responsabilità statutare, esercitando il compito proprio, naturale del banchiere, senza commettere alcun illecito. Diversamente, in casi della specie la funzione di ogni banchiere resterebbe parlazzita. Per questa ragione e per la fiducia che nutro nella Magistratura confido che in sede di appello come è già accaduto in un'altra circostanza del genere, l'ulteriore, ponderata riflessione consentirà di fare piena chiarezza e di riconoscere l'assoluta non colpevolezza del mio comportamento». Mentre il difensore dell'ex numero uno di Cirio Massimo Krogh parla di «pena modesta rispetto alle richieste. Speriamo in appello di poter portare avanti le nostre ragioni». Condannati, tra gli altri, il genero di Cragnotti Filippo Fucile (4 anni e 6 mesi) e i figli Andrea (4 anni), Elisabetta (3) e Massimo (3). Assolti, invece, l'ex amministratore delegato della Banca popolare di Lodi Gianpiero Fiorani e Flora Pizzichemi, moglie dell'ex numero uno di Cirio. Per entrambi i pm avevano chiesto 6 anni. La sentenza ha anche fissato in 200 milioni in via provvisionale la somma che Unicredit, in qualità di responsabile civile, e gli imputati riconosciuti colpevoli al processo Cirio dovranno versare, come risarcimento, all'amministrazione straordinaria del gruppo agroalimentare.

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