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Gli Eni Award alla ricerca sugli idrocarburi, le energie rinnovabili e non convenzionali

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.E per incentivare le migliori menti del mondo a sviluppare le fonti del futuro premia ogni anno gli studiosi più innovativi del comparto. Ieri sono stati sei a ricevere al Quirinale, alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il premio Eni Award 2011. I ricercatori si sono distinti nelle nuove frontiere degli idrocarburi, delle energie rinnovabili e non convenzionali, nella protezione dell'ambiente. Ad assegnare i riconoscimenti nel Salone delle Feste, sono stati il presidente di Eni Giuseppe Recchi e l'ad Paolo Scaroni. Così a Gabor A. Somorjai (Università di Berkeley) e a Martin Landro della Norwegian University è stato consegnato il Premio Nuove frontiere degli idrocarburi. A Gregory Stephanopoulos (Mit di Boston) il Premio Energie rinnovabili. Il Premio Protezione dell'ambiente è andato a Jean-Marie Tarascon (Università de Picardie). I due Premi Debutto nella ricerca, riservati agli under 30, sono stati assegnati a Simone Gamba del Politecnico di Milano, e a Fabrizio Frontalini, dell'Università di Urbino. «Questo premio l'ho visto crescere, irrobustirsi nei contenuti e nella reputazione scientifica fino al suo definitivo decollo internazionale, è nato dall'intuizione di trasformarlo in uno degli strumenti strategici di Eni» ha detto Recchi. Sempre ieri al Palazzo Eni all'Eur è stato presentato dal capo economista Fatih Birol dell'Aie (Agenzia internazionale per l'energia) un rapporto sul gas. Un dossier che descrive «un'età dell'oro» per il metano. Per l'Aie, lo stop ai programmi nucleari di molti paesi dopo il disastro di Fukushima, la crescita della domanda di Cina e India, lo sviluppo del gas non convenzionale e il prezzo del greggio contribuiranno a far diventare il gas la fonte energetica del futuro. Ne è convinto anche l'a.d. Scaroni, che ha spiegato: «Assistiamo da alcuni anni a un mercato del gas caratterizzato da incertezze. Per 20 anni il mercato è stato stabile. Dal 2008 è successo di tutto». L'eccesso di offerta sul mercato per lo shale gas utilizzato dagli Usa, ma anche l'incidente di Fukushima e la primavera africana hanno movimentato il comparto. Quindi, ha concluso Scaroni, «di gas ce ne sarà, rappresenterà una delle fonti più importanti nel futuro ma probabilmente sarà anche più costoso».

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