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Per il tribunale Tirrenia è insolvente

Una nave Tirrenia

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Ventura Debiti complessivi per oltre 646 milioni di euro e liquidità a poco più di 18.500 euro, «praticamente azzerata». Un «grave e irreversibile stato di crisi finanziaria» quello di Tirrenia, secondo il tribunale fallimentare di Roma, che ieri ne ha dichiarato lo stato di insolvenza anche per «l'impossibilità della stessa» compagnia «di far fronte alle obbligazioni già scadute e, vieppiù quelle a scadere». Ma, assicura il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, «non ci sarà lo spezzatino», temuto da sindacati e opposizione. Il collegio presieduto da Ciro Monsurrò (Francesco Taurisano relatore e Fabrizio Di Marzio giudice) ha, dunque, accolto il ricorso del commissario straordinario di Tirrenia, Giancarlo D'Andrea, dichiarandosi così competente per territorio e di fatto respingendo l'eccezione sollevata dalla Uil Trasporti secondo cui i giudici competenti sono quelli di Napoli dove Tirrenia ha sede legale.   Per il tribunale, Roma è «l'effettivo centro propulsore dell'impresa Tirrenia, come centro dell'attività deliberante e direttiva», in cui «gli organi societari hanno sempre esercitato la loro attività in linea con l'evoluzione delle esigenze dell'impresa». I creditori hanno tempo fino al 21 dicembre prossimo per la presentazione delle domande di ammissione al passivo in vista dell'udienza per l'esame dello stato passivo fissata per il 21 gennaio 2011. Per spiegare la sussistenza dello stato di insolvenza, i giudici hanno indicato la situazione contabile aggiornata al 4 agosto scorso (sulla base della relazione depositata dal commissario) in cui si indicano debiti complessivi per 646,6 milioni di euro e in particolare debiti già scaduti verso i creditori non strategici per circa 15 milioni, verso banche a breve per circa 227 milioni mentre, la debitoria a medio e lungo termine è di circa 182 milioni; i debiti verso società di «factoring» sono di circa 36 milioni, verso le ex controllate pari a 29 milioni; a fronte di ciò - si legge nelle motivazioni della sentenza - «la liquidità è praticamente azzerata corrispondendo a 18.506 euro». Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo (capofila con il 37% della cordata Mediterranea Holding che si è vista escludere da Fintecna dalla gara per la privatizzazione di Tirrenia e della controllata Siremar), ha ribadito un ricorso alla Corte costituzionale per essere stata esclusa dalle decisioni del governo che ha decretato l'amministrazione straordinaria. Infine, sulla Siremar (che si occupa dei collegamenti fra Sicilia e isole minori) ci sarà l'interessamento del presidente della Repubblica, Napolitano, che ha assicurato al sindaco di Lipari, Bruno, che nelle prossime ore contatterà sia Matteoli sia il Tesoro.  

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