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Generali, Geronzi in manovra

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Lapartita per la conquista della sedia più ambita a Trieste e in Italia, quella della presidenza delle Generali, comincia a entrare nel vivo. Con qualche certezza e qualche dubbio. «L'addio alla presidenza delle Generali di Antoine Bernheim è certo, l'arrivo di Cesare Geronzi no». Così fonti vicine agli azionisti francesi di Mediobanca, guidati da Vincent Bollorè hanno descritto lo stato dell'arte per il rinnovo dei vertici del Leone. I francesi che hanno in mano il 10% compagnia rivendicano il loro ruolo nelle decisioni che verranno prese da qui a fine marzo. O, più esattamente, entro il 5 aprile (15 giorni prima dell'assemblea di Generali che dovrebbe essere fissata in prima convocazione il 20 aprile, e tenersi il 24 in seconda). Termine entro il quale i soci con almeno lo 0,5% del capitale possono depositare le loro liste. E quest'anno, vista la nuova governance della compagnia, a differenza di quanto è accaduto in passato Piazzetta Cuccia intende esprimere una propria lista - alla quale non è chiaro se si agganceranno altri azionisti di peso come Caltagirone - piuttosto che lasciare le indicazioni dei nomi per il nuovo consiglio al Cda uscente, che recepiva quanto deciso dal comitato nomine dell'istituto. Sarà poi comunque quest'ultimo a designare il presidente del Leone. I sondaggi del presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi, tra i grandi soci di Piazzetta Cuccia e quelli della sua principale partecipata (al 14%) sono in corso. L'obiettivo, oltre a verificare il sostegno a un possibile passaggio a Trieste, è di individuare un candidato alla poltrona che rimarrebbe libera nell'istituto milanese. Il toto-nomine è già partito, almeno sulla stampa, mentre - da quanto risulta - gli azionisti stanno ancora giocando a carte coperte. La prima ipotesi lanciata, quella della candidatura del vicepresidente di Mediobanca e numero uno della Pirelli, Marco Tronchetti, non ha avuto seguito mentre il presidente della Consob, Lamberto Cardia, ha smentito chi lo tirava in ballo («Non ci sono aspirazioni nè sotterranee nè dichiarate», ha detto ieri). Viene definito senza fondamento anche il nome del direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli e non decolla l'idea di un passaggio alla presidenza della banca del direttore generale Renato Pagliaro. unica indicazione certa in questo momento accanto al fatto che difficilmente per la presidenza di Generali si cercherà una soluzione interna alla compagnia.

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