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"Tasse più basse se c'è la crescita"

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Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola

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Le risorse non ci sono ancora. La coperta del bilancio continua a essere corta causa crisi economica. Eppure il pressing per una riforma fiscale in grado di abbassare il prelievo sulla busta paga degli italiani non scende di intensità. Complice le elezioni regionali ma anche la sortita della Cgil che ha annunciato una protesta in piazza il 12 marzo per protestare contro l'eccessivo carico su lavoratori dipendenti, il dibattito ha ripreso vigore. E se con un perfetto gioco di sponda il leader del Pd, Pierluigi Bersani, ha protestato contro l'alta pressione tributaria, il governo non è stato a guardare. A parlare il vice ministro all'Economia Giuseppe Vegas: «Sgravi fiscali per le famiglie più deboli e per le imprese? Non nell'immediato ma spero che sarà possibile attuarli prima della fine della legislatura», ha detto a Novara, a margine dell'inaugurazione dell'anno accademico dell'U0niversità del Piemonte Orientale. Anche il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, non è stato da meno subordinando le riduzioni delle imposte alla ripartenza dell'economia. «Se la crescita nel 2010 sarà dell'1% o più credo che, come ha detto il presidente del Consiglio, dovrà iniziare un percorso graduale nel tempo che, entro la fine della legislatura, possa portare la tassazione in Italia al pari degli altri Paesi europei». Intanto Epifani ha confermato lo sciopero generale. «È una protesta necessaria, i lavoratori sono strozzati dal fisco», ha detto il numero uno della Cgil. Ma l'arma dello sciopero generale sulla questione fiscale non convince la Cisl: «Ognuno è libero di fare quello che ritiene di fare. Ma noi pensiamo che sia un errore proclamare uno sciopero durante la campagna elettorale. Questo fatto rischia di portare acqua al mulino di quelli che non vogliono la riforma fiscale», ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che invece ha proposto «una consulta tra sindacati, imprese e istituzioni per spingere tutti insieme il governo ed il Parlamento ad abbassare le aliquote, spostando la tassazione dai redditi ai consumi, al netto di stipendi e pensioni, e con un forte sostegno alle famiglie a medio e basso reddito».

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