Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Bolletta salata, torna il caro metano

Energia, bolletta del gas

  • a
  • a
  • a

Le bollette tornano a salire. Almeno per quanto riguarda il gas che dal primo gennaio del prossimo anno potrebbe registrare un aumento del 2,8%. Un rialzo, legato alla recente ripresa delle quotazioni dell'oro nero, che per le famiglie italiane si tradurrebbe in una maggiore spesa annua di circa 26 euro. L'aumento del costo del metano nel primo trimestre gennaio-marzo del 2010 - annunciato dalle prime stime degli esperti di Nomisma Energia - se confermato dall'Autorità per l'Energia segnerà il primo rialzo delle bollette del gas dopo un anno. Erano infatti quattro trimestri che le tariffe del metano registravamo ribassi. Ferma invece la luce che per i primi mesi dell'anno prossimo non dovrebbe registrare variazioni, spiega Davide Tabarelli, esperto tariffario di Nomisma Energia ricordando comunque che l'ultima parola in tema di tariffe per i prossimi 3 mesi spetterà all'Authority per l'energia elettrica ed il gas che, entro fine dicembre, dovrà rendere noto l'aggiornamento trimestrale per il primo quarto del nuovo anno. «Le stime riguardano gran parte del periodo di riferimento per il prossimo aggiornamento dell'Authority», aggiunge l'esperto sottolineando che la variazione, prevista per il gas, risente dell'andamento delle quotazioni del greggio che «lo scorso ottobre hanno registrato una forte accelerazione, riportandosi sugli 80 dollari al barile». Gli aggiornamenti trimestrali, per quanto riguarda il gas, si basano infatti sulle medie dell'andamento delle materie prime nei nove mesi antecedenti. Per l'elettricità, l'aggiornamento è invece più complesso e tiene conto oltre che dell'andamento passato dei prezzi dei combustibili, anche dei prezzi in borsa dell'elettricità, delle previsioni per il prossimo anno e, infine dell'andamento degli oneri legati soprattutto alle fonti rinnovabili. Ma se sul fronte del gas l'atteso rialzo rappresenta un 'onerè per le famiglie ed un segnale di potenziale preoccupazione sull'andamento dell'inflazione, dall'altro testimonia l'atteso risveglio, seppur timido, dell'economia mondiale. Segnali di ripresa che si sono già scaricati sulle quotazioni del petrolio. Tassi di incremento dei prezzi, anche energetici, dell'ordine del 2-3% possono infatti «essere fisiologicamente salutari per l'economia, se dietro vi è una effettiva ripresa della domanda» anche se - spiega l'esperto - «è anche evidente che gli aumenti recenti del petrolio, e delle tariffe, sono dovuti molto agli acquisti speculativi delle grandi banche che dispongono di enorme liquidità». Liquidità - fanno notare gli esperti - immessa nel sistema finanziario americano immediatamente dopo la crisi di oltre un anno fa e che non trova destinazione, come invece dovrebbe, nel credito alle imprese industriali e alle famiglie.  

Dai blog