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Un italiano su 5 in difficoltà per la crisi

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Sud sempre in affanno per occupazione e redditi bassi. Stranieri che sfiorano i 3,9 milioni in termini di residenti, con il sorpasso degli arrivi extracomunitari sui comunitari. È la fotografia scattata dall'Istat nel XVII Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2008. Un dossier che fornisce un quadro dell'economia e della società e delle trasformazioni in atto e finiscono per tracciare anche l'identikit del «nuovo disoccupato», vittima della crisi: un uomo di mezza età, sposato o convivente, spesso con responsabilità familiari. Lo Stato non può «rinunciare ai suoi doveri: proteggere i lavoratori e le famiglie» che rischiano di essere le fasce più colpite, di una recessione che «verosimilmente non si è ancora completamente esplicitata» su occupazione e redditi, ha detto il presidente dell'Istat, Luigi Biggeri, presentando il rapporto alla Camera. «Sostenere soprattutto chi ha responsabilità familiari e aiutare chi, uscendo dal rapporto di lavoro, potrebbe non trovarne un altro, data l'età, è una priorità», ha assicurato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Nel dettaglio più di una famiglia italiana su cinque (il 22,2% del totale), in valori assoluti 5,3 milioni, ha difficoltà economiche di vario grado: dal non poter affrontare spese impreviste (è il caso di 2,5 milioni, il 10,4%) al non avere i soldi per comprare cibo e vestiti o sostenere le spese mediche (1,3 milioni, il 5,5%). Ma c'è anche chi non ce la fa a pagare neppure l'affitto e le bollette: si tratta di 1,5 milioni di famiglie (il 6,3% del totale) che con «grave difficoltà arrivano a fine mese», denunciando non solo «seri problemi di spesa quotidiana», ma anche «maggiori limitazioni» persino nel riscaldare la casa. Al contrario, in circa 10 milioni, il 41,5% delle famiglie, non presentano disagi economici. A questi, si aggiunge un altro 36,3% (8,8 milioni) che vive in un «relativo benessere».Nonostante la crisi e l'andamento negativo dell'export, nel primo bimestre 2009 più di un'impresa esportatrice su quattro (quasi il 29%, circa 6.500) ha registrato incrementi delle vendite all'estero, rispetto allo stesso periodo del 2008.

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