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Serve una partnership fra Russia ed Europa

Energia

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A Davos Putin ha proposto di stabilire «un nuovo quadro legale internazionale per la sicurezza energetica: la messa in opera della nostra iniziativa potrebbe giocare un ruolo politico paragonabile al trattato che ha dato vita alla Ceca». Inoltre il Primo ministro russo ha auspicato lo sviluppo e la diversificazione delle rotte di instradamento dell'energia, precisando che la Russia ha intenzione di costruire infrastrutture di trasporto in tutte le direzioni, a partire dalle pipeline del gas verso il Vecchio Continente. Molti progetti sono allo studio e permetterebbero di diversificare e mettere in sicurezza l'approvvigionamento europeo: il North Stream, sostenuto dalla russa Gazprom e dai gruppi tedeschi Basf ed Eon, legherebbe la Russia alla Germania aggirando la Polonia attraverso il mar Baltico. A suo favore milita il fatto che il progetto è già partito e difficilmente troverà ostacoli non attraversando nessun Paese. Il South Stream, invece, sostenuto anche dall'Eni, eviterebbe l'Ucraina attraversando il Mar Nero per raggiungere la Bulgaria, l'Austria e la Grecia. Vi è poi il progetto europeo Nabucco che collegherebbe i giacimenti di idrocarburi del Mar Caspio all'Europa occidentale attraverso la Turchia e dovrebbe essere alimentato dai campi di gas di Kazachistan, Azerbaïdjaan e Turkmenistan. Nonostante questo, però, per essere totalmente operativo Nabucco avrebbe bisogno del gas iraniano e quindi non sarebbe affatto sicuro dal punto di vista geo-politico. Ognuno di questi progetti suscita la reazione dei Paesi che lo ritengono contrario ai propri interessi. È proprio per questo che sarebbe un errore affrontare il problema partendo da un nome e dalla relativa cordata. Cosi facendo la questione diventerebbe solo politica e rischierebbe di mettere in secondo piano le ragioni dell'Europa. La soluzione di buon senso sarebbe di definire la priorità dei vari progetti partendo dall'urgenza della diversificazione, dalla sicurezza del mercato di provenienza e di quella del Paese attraversato, dai costi di realizzazione e dalla concreta fattibilità. Inoltre bisognerebbe smetterla di considerare le varie opzioni alternative una all'altra: questi tracciati possono e devono essere complementari, così come peraltro lo stesso Putin ha riconosciuto proprio nel suo discorso di Davos. Ma è soprattutto importante che l'Europa sappia affrontare queste scelte con un rinnovato spirito unitario, cosciente del fatto che sicurezza d'approvvigionamento e solidarietà sono indissociabili. È l'opinione che ha fatto valere la Cancelliera tedesca Angela Merkel nella sua lettera al Presidente della Commissione europea e al presidente di turno dell'Unione, quando afferma che «è importante che questi progetti siano sostenuti da una volontà politica comune e concorde di tutti le nazioni dell'Ue». Queste indicazioni non devono restare lettera morta. Per questo i prossimi incontri tra l'Unione e la Russia devono portare - nell'interesse comune - a un nuovo accordo di grande portata, che è decisivo per il nostro Continente e anche per la stabilità del quadro internazionale. Perché più si guardano le prospettive a lungo termine, più la Russia e l'Europa sono in tutta evidenza partner strategici.

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