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«Torniamo al nucleare»

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E poco importa se ora rischia di diventare, nell'ambiente economico, «il papà di Federica». Presidente, largo alle donne. (Ride). «Certo. Basta però con la dicitura quote rosa. Quando una donna ha testa, preparazione educazione e temperamento è giusto che si faccia strada. In Italia è più complicato ma non mancano professioniste in grado di fornire il loro contributo per lo sviluppo imprenditoriale». La prima della classe è il neo presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. «È brava. Confindustria continuerà come ha sempre fatto. Ha davanti sfide importanti per tutelare gli interessi delle attività produttive e sono certo che riuscirà a vincerle». Quali sono le priorità per il nuovo governo? «Meno tasse e snellire la macchina burocratica. Servirebbe una politica zero budget per togliere i pesi alle imprese e rilanciare i consumi delle famiglie». Quali i ministri ideali per i dicasteri economici? «I nomi che sento mi piacciono. Ma non è solo un discorso di persone. Nel governo Prodi c'erano ministri preparati ma in un minestrone anche buoni ingredienti, se mal amalgamati, danno un cattivo sapore». Ritiene indispensabile una riforma fiscale? «Sì. Le faccio un esempio che riguarda la mia Ducati Energia. Abbiamo stabilimenti in Croazia e paghiamo il 19% di imposte. In Romania addirittura il 16%. Sono convinto che meno oppressione fiscale stimolerebbe l'economia. E limiterebbe l'evasione». Qual è l'aliquota ideale? «I tecnici del ministero dovrebbero fare i conti e il governo trovare il coraggio per abbassare drasticamente la pressione fiscale. Attenzione, non di qualche decimale». Quali investimenti il Paese dovrebbe fare? «Ritengo che la questione energetica sia la base da cui ripartire. Attualmente è come se il Paese desse da mangiare caviale ai suini. Importiamo l'85% dall'estero e i costi fanno lievitare il prezzo dei prodotti». In compenso siamo pieni di spazzatura. «Anche quello è un problema da risolvere. L'Italia dovrebbe investire nelle energie alternative, nelle reti telematiche e riaprire la partita del nucleare». Come finirà la querelle su Alitalia? «Negli anni è stata dilapidata una ricchezza. Sono un liberale ma se dovesse intervenire lo Stato non sarei negativo. In viaggio, quando vedo negli aeroporti aerei Alitalia, mi sento a casa. La compagnia di bandiera è una vetrina del Paese e volano per il turismo». Nel 2007 la crescita del fatturato per l'industria elettrotecnica ed elettronica è stata del 5,7% grazie all'export. «È in atto una trasformazione selettiva del manifatturiero high-tech, all'insegna di innovazione, qualità e nuovi mercati. Abbiamo piccole multinazionali tascabili che mostrano la forza del Paese».

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