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di FILIPPO CALERI RCS non pensa ad altre acquisizioni, ma solo per ora.

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E per ora non guarda alla francese Editis nè ad altre prede. Questo non esclude però nel medio termine l'ambizione di continuare a crescere fuori dai confini nazionali. La casa editrice del Corriere delle Sera, dopo aver chiuso il 2006 con un utile stabile a 219,5 milioni e ricavi in crescita dell'8,6% a 2.379,7 milioni, è al lavoro per varare, agli inizi di luglio, il nuovo piano industriale 2008-2010 che traccerà le linee per lo sviluppo del prossimo triennio con un'attenzione particolare ai nuovi media e, appunto, alla presenza all'estero. Questo, in linea col mandato che l'amministratore delegato Antonello Perricone (nella foto) ha ricevuto l'estate scorsa dagli azionisti. Perricone ha parlato del futuro dell'azienda dopo una giornata che ha visto prima il Patto - con la presenza fra gli altri di Marco Tronchetti Provera, Cesare Geronzi e Giovanni Bazoli - e poi il cda esaminare il bilancio 2006 e fare il punto su Recoletos. «Siamo impegnati nella due diligence e siamo contenti: la situazione e i numeri che abbiamo trovato sono in linea con quelli che ci aspettavamo», ha osservato Perricone escludendo implicitamente che Rcs possa ottenere uno sconto sul prezzo. L'analisi dei conti del gruppo spagnolo terminerà nei tempi previsti, a fine mese. «Siamo completamente coinvolti nell'acquisizione di Recoletos e non pensiamo nel breve ad altre acquisizioni. Anche se poi non possiamo escludere nulla», ha aggiunto Perricone in risposta a una domanda su un possibile interesse per Editis. Il gruppo di Via Solferino, intanto, in attesa di altri colpi preperara le munizioni finanziarie. Alla prossima assemblea del 27 o 30 aprile sarà proposto di attribuire al cda la delega, per un periodo di cinque anni, a varare aumenti di capitale e a emettere obbligazioni convertibili fino a un massimo di 800 milioni di euro. L'assemblea sarà chiamata anche a rinnovare l'autorizzazione ad acquistare azioni proprie per rimpolpare il pacchetto del 2,6% del capitale ordinario oggi in mano alla società destinato a scendere allo 0,6% dopo la distribuzione di azioni ai soci. Il cda ha deciso di distribuire 2 azioni ordinarie ogni 100 detenute. [email protected]

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