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Mediobanca fa shopping in Generali

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Acquistate azioni per 16,5 milioni. Il titolo guadagna il 2,21%

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Chiudendo in rialzo del 2,21%, tra scambi sempre intensi per quasi 18 milioni di titoli pari all'1,39% del capitale e una serie di passaggi ai blocchi (complessivamente 1.055.000 azioni) e fuori mercato (157.922 azioni). Mediobanca, tenuta a comunicare le operazioni sul titolo in quanto «soggetto che detiene azioni in misura almeno pari al 10%», ha reso noto da parte sua di aver acquistato lo scorso 16 novembre 525.835 azioni per un ammontare di poco oltre 16,5 milioni di euro. In questo caso si tratta di un piccolo pacchetto pari allo 0,04% del capitale sociale: ma in un momento in cui gli occhi sono puntati sul titolo ogni movimento viene seguito con attenzione dal mercato. Obbligati a comunicare le operazioni sul titolo però sono solo i soggetti che controllano la società o i suoi manager. Per tutti gli altri va detto che valgono le indicazioni del Testo Unico della Finanza che prevede la comunicazione solo per le partecipazioni che superano la soglia di rilevanza. Questo significa che eventuali nuovi azionisti verranno allo scoperto solo superando una quota del 2% (come successo per De Agostini) e successivamente quando oltrepasseranno il 5%. Ci sono precedenti storici, in periodi di particolare turbolenza attraversati da Generali, in cui però la Consob ha chiesto ai soci rilevanti di comunicare un aggiornamento della loro posizione. La curiosità della comunità finanziaria è alta ma la crescita del titolo (ieri ha chiuso +2,21% a 35,12 euro) segue per ora le attese del mercato e non appare anomala. «Sono compratori italiani» che «tentano di riformare un nucleo di azionisti forti» intorno al Leone di Trieste, è il commento degli operatori. Oltre a Mediobanca che consolida la sua posizione, il mercato guarda a Intesa e secondo rumors di Borsa anche De Agostini potrebbe essere interessata ad arrotondare la sua quota. Da Novara però nessun commento mentre, più in generale sull'investimento in Generali (secondo i dati Consob al 2,001%) un portavoce sottolinea come sia «di natura puramente finanziaria» e «in nessun modo collegato con l'operazione Toro». A giugno De Agostini ha ceduto il 55% della compagnia torinese a 21,20 euro per azione e oggi si chiude l'Opa obbligatoria lanciata allo stesso prezzo. A questo proposito, in vista dell'integrazione fra le due compagnie, l'ad Giovanni Perissinotto e i responsabili delle risorse umane incontreranno i sindacati di Toro.

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