La fusione con Abertis

Autostrade attacca il Governo Il Cda pronto a chiedere i danni

Da qui la decisione di «intraprendere le eventuali e opportune azioni risarcitorie». «È una questione delicata sulla quale spero si arrivi ad un accordo», commenta il vice premier e ministro degli Esteri, Massimo D'Alema: «Io sono favorevole a un accordo. Si sta lavorando per arrivare a un accordo». Si gioca quindi sull'articolo 12 del decreto che accompagna la Finanziaria l'ultimo round dello scontro tra governo e Autostrade sul progetto di integrazione con il gruppo spagnolo Abertis. Di Pietro, che nei giorni scorsi aveva chiesto «basta pressioni», dovrà quindi considerare anche il rischio di un'azione civile della società contro il governo per risarcimento danni. Nella stessa direzione si muove l'azionista di controllo di Autostrade, Schema28, che ha inserito la decisione all'ordine del giorno dell'assemblea degli azionisti (la famiglia Benetton ha il 60% tramite Edizione Holding), il prossimo 23 novembre. Resta intanto aperto il fronte dei ricorsi di Autostrade e Abertis al Tar, e quello di Bruxelles, che potrebbe arrivare presto all'apertura di una procedura di infrazione contro l'Italia. Di Pietro farà un passo indietro? «Ci mancherebbe altro», risponde il ministro, ribadendo che il testo non si tocca. Intanto Autostrade chiude il bilancio dei primi nove mesi del 2006 con un utile netto di competenza del gruppo di circa 539 milioni, in calo del 18,7% rispetto allo stesso periodo 2005. Il margine operativo lordo migliora del 7,2% a 1,5 miliardi, in aumento ricavi (del 6,7% a 2,37 miliardi) e investimenti (del 50% a 798 milioni). E non rallenta l'iter per la fusione: il cda ha convocato l'assemblea dei soci per il 12 e 13 dicembre per l'approvazione della proposta di distribuzione di un dividendo straordinario di 3,75 euro per azione: serve per allineare il valore della società a quello di Abertis, in modo da realizzare una fusione tra pari.