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di EMANUELA ZONCU Il GOVERNO prepara la relazione da inviare a Bruxelles sullo stop alla fusione di ...

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Il termine entro il quale l'Esecutivo dovrà dare una risposta all'Ue scade tra sei giorni esatti, l'otto settembre, ma già ieri Piazza Affari ha permiato il titolo con un rialzo del 3,57% a 22,9 euro. A spiegare il risultato del titolo sul listino milanese sono gli stessi operatori, secondo i quali l'attesa per la risposta all'Unione Europea ha fatto ipotizzare agli investitori che ci possano essere novità sul dossier. Il Governo del resto, è impegnato in chiarimenti tecnici e incontri, l'ultimo dei quali ieri con l'Anas, i cui vertici hanno ribadito il proprio «no» sottolineando comunque come sia solo il Governo l'unico interlocutore dell'Ue. Non sarà quindi il solo ministro Di Pietro (fra i più convinti oppositori all'operazione) a tenere in mano il dossier sulla fusione voluta da Gian Maria Gros-Pietro. La risposta dovrebbe infatti tener conto anche di diversi orientamenti, più sensibili alle istanze europee, all'interno dell'Esecutivo. E ieri il ministro delle politiche comunitarie Emma Bonino ha spiegato come «il problema delle concessioni è un problema vero e non vale solo per Autostrade. Vale per qualunque rete, sia per quelle fisiche e no, ed è bene si faccia una valutazione complessiva». La concessione di Autostrade, secondo la Bonino «forse è un pò obsoleta come impostazione» ma «noi vogliamo rispettare i vincoli europei, non siamo un paese protezionista». Da parte sua il ministro Di Pietro è tornato a farsi sentire: «Due società si possono fondere - ha spiegato - come due persone si possono sposare. Ma non si può portare in dote quello che non si ha, in questo caso la concessione, che è del pubblico. Noi siamo intervenuti sulla concessione, non sul matrimonio o sulla fusione». Autostrade tuttavia ha escluso che il progetto di fusione possa comportare un trasferimento della concessione. Un portavoce della società ha puntualizzato che questa «in ogni caso resterebbe in capo ad Autostrade per l'Italia spa, società italiana con sede legale a Roma il cui assetto organizzativo e occupazionale rimarrebbe immutato». Il presidente della società Gian Maria Gros Pietro ha spiegato come, i vincoli a carico della società «non ci sono in nessun altro Paese». Gros Pietro ha inoltre ricordato come l'unione fra Autostrade e Abertis creerebbe «il primo operatore internazionale e l'Italia acquisirebbe capacità competitive enormi, con un operatore capace di agire con forza sul piano internazionale». Quanto al business, Gros-Pietro ha specificato che la società post fusione sarebbe molto interessata «ad operare nei paesi con forte crescita economica in genere e nell'Est Europa. Le possibilità di sviluppo - ha concluso a riguardo - sarebbero enormi».

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