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La Banca del Sud arriva ai nastri di partenza

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Ieri si è insediato il comitato promotore. Tremonti: avrà un azionariato privato, diffuso e popolare

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Ieri si è insediato il comitato promotore che chiuderà i lavori tra qualche mese e porterà alla creazione dell'istituto che, nel rispetto della Finanziaria 2006, avrà un azionariato privato, il più possibile «diffuso e popolare» ha assicurato il ministro Giulio Tremonti che ha suggerito un taglio minimo attraente per i piccoli risparmiatori, e cioè «azioni da un euro». Della questione, della composizione del capitale si occuperà il Comitato, che terrà a Napoli, giovedì prossimo, la prima riunione. Presidente onorario, come annunciato nei giorni scorsi, è l'erede del Regno delle Due Sicilie, Carlo di Borbone. Uno dei vice presidenti sarà un altro nobile, il principe Sforza Ruspoli, che nel corso della conferenza stampa ricorda il servizio reso dall'aristocrazia alla collettività, il ruolo della sua famiglia nello Stato Pontificio, ma anche la nonna pescatrice. «Se continuate a fare folcklore - risponde Tremonti a chi chiede il perchè di questa scelta monarchica per la rappresentanza del Comitato - ci fate solo un favore: più ne parlate con l'ironia dell'elite di cui fate parte» più questo è positivo per comunicare la nascita della banca. «La storia è una cosa seria», osserva il ministro che sottolinea la necessità per il Mezzogiorno di avere un istituto «con cuore e testa» nel territorio, perchè tra le cause dell'asimmetria nello sviluppo di quel territorio rispetto al Nord «c'è anche la mancanza di una banca del Sud». Questa sarà «radicalmente diversa» rispetto a quelle del passato: «il mio sogno è che le azioni della banca siano acquistate anche dai risparmiatori del Nord, del Centro e dall'estero». Nel frattempo però l'istituto nasce senza l'appoggio delle Regioni del Sud che hanno confermato le loro perplessità: «È una scelta politica di cui prendo atto» replica Tremonti, «ma è una scelta politica, fatta in campagna elettorale. Se ci saranno è meglio ma non rappresentano una condizione necessaria» E lo stesso viceministro Baldassarri che intervenendo ieri a un convegno a Napoli su «Quale banca al Sud» ad affermare che «è una forte idea progetto che parte dalla constatazione dell'importanza del Sud che è una grande area di venti milioni di cittadini senza un riferimento bancario territoriale». «Il comitato promotore - continua il vicemistro - lavorerà fino ad ottobre poi il governo deciderà, per il momento è solo un forte progetto o meglio un tassello di una strategia di sviluppo del Mezzogiorno». In particolare Baldassarri sottolinea l'importanza della forma di public company territoriale nella quale aderiranno i cittadini, le fondazioni e le regioni meridionali. Si rammarica il vicemistro che «in Italia non ci siano i fondi pensioni che altrove sarebbero i primi soci della banca». Per il momento gli enti regionali interessati governati dal centrosinistra non hanno aderito all'iniziativa. Contrario è anche il responsabile Mezzogiorno dei Ds, Roberto Barbieri, il quale afferma che «questa banca è più un patto territoriale che una vera banca». Scontata l'opposizione politica il comitato promotore comincerà da domani il suo impegnativo lavoro.

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