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Consumatori in allarme per il rincaro delle bollette

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Ad annunciarlo è stata il commissario europeo per la concorrenza, Neelie Kroes, a Bruxelles, durante un incontro per presentare i risultati preliminari di una indagine sul settore europeo dell'energia e per verificarne l'effettiva liberalizzazione. Il commissario Ue non ha citato i nomi dei gruppi, ma in Italia potrebbero finire nel mirno gli ex monopolisti come l'Enel. Se infatti sembra escluso un bis nei confronti dell'Eni, l'attenzione potrebbe essere tutta rivolta al gruppo guidato da Fulvio Conti. La Kroes ha precisato che le investigazioni su «casi specifici» saranno legate alla «sospetta violazione delle norme sulla concorrenza, qualora tale azione potesse avere effetti immediati e concreti da costituire validi precedenti». Già «prima dell'estate» intendiamo avviare tutta questa serie di indagini sulle singole società in «stretta cooperazione con il commissario Ue per l'energia, Andris Piebalgs», ha spiegato successivamente Kroes parlando a margine dell'incontro a Bruxelles. Il commissario Ue ha precisato che finiranno nel mirino le società non in base alle dimensioni ma in base all'eventuale mancato rispetto delle norme sulla concorrenza. Di certo, ha ammesso Kroes, «ci sono troppo operatori dominanti che stanno solo proteggendo la loro posizione, rendendo difficili i nuovi ingressi sul mercato energetico». La Ue non dovrebbe però accodarsi all'Antitrust italiano sul caso Eni. Lo ha confermato la stessa Kroes: nel caso dell'Eni «non abbiamo bisogno di raddoppiare». Per Bruxelles è comunque un bene che gli uomini di Antonio Catricalà si siano mossi per dare una scossa al mercato. «Non sono contento - ha fatto sapere Catricalà - quando ricevo complimenti per delle sanzioni: le sanzioni sono il risultato del fallimento del mercato». Da parte sua, il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola ha detto che «in Italia nei dieci anni scorsi si è privatizzato ma non liberalizzato», quindi «non si è creata maggiore concorrenza con servizi migliori e costi più bassi». Toni duri quelli rivolti all'Eni dall'Intesa dei consumatori, secondo cui i «danni inferti ai consumatori (dalla scarsa concorrenza energetica) si possono quantificare in almeno 4 miliardi di euro», una cifra che il movimento «cercherà di quantificare per proporre azioni risarcitorie». La multa inflitta all'Eni «dimostra, proprio in una fase di razionamento del metano, una radicata presenza di politiche di cartello» per mantenere «le tariffe più elevate d'Europa». Ma la sanzione - avverte l'Intesa - «non deve arrivare nelle bollette» scaricandosi sui consumatori. Non succederà - è la replica di Scaroni - perchè «le bollette le fissa l'autorità, non le fissa l'Eni».

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