Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di FILIPPO CALERI GLI APPETITI dei fondi di private equity internazionali su Fastweb, la società specializzata ...

default_image

  • a
  • a
  • a

L'interesse degli investitori ha spinto le contrattazioni e, a fine seduta, le azioni della società fondata da Silvio Scaglia hanno chiuso in Borsa con una crescita del 2,51% a 40,79 euro. Sono stati scambiati, in particolare, 1,73 milioni di pezzi sul listino, pari al 2,17% del capitale. A spingere Fastweb sotto i riflettori - dopo le indiscrezioni emerse nei giorni scorsi su possibili pretendenti alla società, in seguito all'uscita dal capitale della famiglia Micheli e al possibile disimpegno di Scaglia - ci ha pensato un articolo del Financial Times che fatti i nomi di cinque fondi interessati a mettere le mani sull'azienda. Si tratta di Apax Partners, Providence Equity, Permira, Bc Partners e Carlyle Group. Nomi di spicco apparsi, negli ultimi tempi, particolarmente attratti dal settore delle tlc reso sempre più appetitoso, a livello mondiale, dallo sviluppo delle tecnologie di trasmissione e dalla convergenza dei media nel nome del Web. Le cinque società di private equity - il Carlyle Group tra l'altro ha da poco accolto nelle sue fila Marco De Benedetti in qualità di direttore operativo per l'Italia - avrebbero già avviato contatti informali con Fastweb anche se, a giudizio del Financial Times, sembra difficile ipotizzare una chiusura dell'operazione prima del 2006. Anche perchè - ricevuto mandato nelle scorse settimane per valutare diverse opzioni strategiche tra cui possibili alleanze - l'istituto di credito tedesco Deutsche Bank non dovrebbe preparare le proprie raccomandazioni e compilare dichiarazioni di interesse prima del prossimo marzo-aprile. In attesa di passi in avanti concreti - stante il silenzio delle parti in causa - Fastweb non smette, così, di essere al centro dell'attenzione del mercato e della finanza internazionale dopo l'uscita dal capitale della famiglia Micheli e l'annuncio del presidente e fondatore, Silvio Scaglia (attualmente titolare del 25%), di avviare un processo di valutazione di alternative strategiche. Con l'obiettivo, tra gli altri, di preparare la società, «il cui controllo è peraltro contendibile, a una situazione in cui il coinvolgimento industriale» dello stesso numero uno possa «nel medio termine progressivamente diminuire».

Dai blog