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Ritorno all'equo canone e detrazioni per rilanciare il mercato degli affitti

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È la proposta lanciata dal Sunia, il sindacato degli inquilini, accolta dall'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) e dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) in occasione del convegno «Come rilanciare il mercato dell' affitto: idee a confronto» organizzato dal sindacato degli inquilini. Per calmierare il mercato in cui «se si è fortunati, per l' affitto di due stanze e servizi si pagano dagli 800 ai 1.200 euro al mese», il segretario generale del Sunia, Luigi Pallotta, ha suggerito di modificare la legge cancellando la contrattazione libera e rilanciando i canoni calmierati con una negoziazione vera fra le parti. Una soluzione realizzabile, secondo Pallotta, «aumentando le detrazioni fiscali per i proprietari con una tassazione separata che permetterebbe un ritorno dell'investitore privato su un mercato che sinora non lo ha attirato, e consentendo agli inquilini la detrazione del canone di affitto dal reddito, il che può far emergere il mercato nero. Inoltre, occorre costruire o riqualificare le case popolari e le periferie anzichè vendere il patrimonio pubblico anche per evitare degrado ed emarginazione». A queste proposte, però, ha osservato Pallotta, il governo risponde con l' intenzione di «svendere il patrimonio pubblico perchè costa più di quanto rende. È una politica sbagliata: dobbiamo dare una casa a chi la sta cercando non a chi ce l'ha già». Il segretario generale del Sunia ha poi rilevato che bisogna rivedere i meccanismi di finanziamento e gestione del fondo per il sostegno all'affitto che è di almeno 500 milioni di euro in modo che possano essere spendibili immediatamente. D'accordo sull'ipotesi di una «cedolare secca» per i proprietari di alloggi, si è detto il vice presidente dell' Ance, Claudio Sette, secondo il quale la tassazione potrebbe essere più alta del 12,50% e più vicina a quella per i redditi finanziari. Soluzione che, «può contribuire alla costituzione di un fondo per produrre nuove case a prezzi concordati, in cui potrebbero andare anche un ristorno sulle accise sulla benzina e sull' Ici». I Comuni, secondo Sette, «devono prendere impegni precisi» anche se «molti non hanno più reddito dall' Ici a causa dello spostamento delle famiglie in Comuni limitrofi». Occorre, però, che i Comuni mettano a disposizione aree su cui costruire nuove case a prezzi concordati. Per quanto riguarda in particolare Roma, Sette ha annunciato che con la Banca di Roma sarà presentato la prossima settimana un fondo immobiliare per l' edilizia residenziale agevolata per 2.000-3.000 alloggi. Sulla necessità di una profonda riforma della legge sulle locazioni si è detto convinto anche il coordinatore della consulta per la casa dell'Anci Ferdinando Balzamo che ha puntato l' accento sul problema delle risorse per l' edilizia residenziale pubblica che «bisogna sapere impegnare». Una parte, a suo avviso, va impegnata a concorrere con gli imprenditori privati e con associazioni no profit per realizzare un canone sociale. A proposito del fondo per l' edilizia residenziale pubblica, ha rilevato che i Comuni anticipano le somme che tardano a essere erogate da Governo e Regioni.

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