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Romiti presenta l'offerta per conquistare Wind

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L'azienda valutata 12 miliardi. Il piano prevede 2 miliardi di acconto e un successivo aumento di capitale

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Una cifra inferiore di un miliardo ai 13 stimati dagli analisti, secondo l'amministratore delegato di Wind Tommaso Pompei. La cordata. Romiti, come da lui stesso preannunciato nel corso della mattinata, ha formalizzato la proposta al presidente del gruppo elettrico, Piero Gnudi, e all'amministratore delegato, Paolo Scaroni. In rappresentanza di una cordata formata da investitori italiani ma anche da WL Ross, dal fondo di private equity Ipe-Investors e dalla famiglia egiziana Sawiris (cui fa capo Orascom Telecom), Romiti si è trattenuto nella sede romana dell'Enel per oltre un'ora. Il tempo per discutere i dettagli dell'operazione, sui quali l'ex manager del Lingotto, al termine dell'incontro, non ha però voluto rilasciare alcuna dichiarazione. La proposta. Alcune voci sono però già filtrate attraverso qualche indiscrezione di stampa. In base alle notizie circolate finora, ma non confermate, il consorzio mirerebbe ad un aumento di capitale che gli permetterebbe di ottenere il 51% di Wind, lasciando ad Enel un 49%, che il gruppo potrebbe eventualmente collocare con una Ipo. Per il momento, in attesa di capire i termini reali dell'offerta, il gruppo guidato da Scaroni ha preferito comunque non commentare. Anche se qualche cifra messa ieri pomeriggio sul tavolo è arrivata da fonti vicine alla stessa cordata. Secondo le informazioni diffuse, la valutazione data dal gruppo di investitori alla società telefonica non collima ancora del tutto con quella di Enel: il consorzio di Romiti calcola infatti il valore di Wind in 12 miliardi di euro, mentre Enel punterebbe sulla già nota stima di 13 miliardi comprensivi dell'indebitamento. Le stesse fonti aggiungono però anche che la cordata ha previsto «l'investimento immediato di 2 miliardi di euro destinati allo sviluppo della società e alla riduzione del debito». La Borsa applaude. L'ufficializzazione dell'offerta, attesa dal mercato, ha dato una spinta ai titoli Enel che hanno guadagnato a Piazza Affari l'1,33%, dopo lo scivolone di quasi l'1% messo a segno ieri. Prese di beneficio invece su Fastweb, ex pretendente di Wind, che dopo i lauti guadagni degli ultimi giorni, ottenuti subito dopo l'annuncio della rinuncia alle trattative, ha perso nella seduta di ieri l'1,69%. Ma cosa farà adesso Scaroni? Tramontata l'ipotesi di acquisizione da parte della e.Biscom di Silvio Scaglia, e mentre resta remota la possibilità di un intervento degli ex soci di France Telecom, alle prese con gravi problemi finanziari che rendono difficile un nuovo investimento in Italia, è certo che lo staff di Enel valuterà attentamente l'offerta. E questo perchè al colosso elettrico di sicuro non dispiacerebbe rientrare in tempi rapidi di un gigantesco investimento nelle telecomunicazioni, voluto a suo tempo da Franco Tatò, che adesso pesa terribilmente sui bilanci. La soluzione allo studio per venirne fuori è quella di quotare la società in Borsa. Ma per far questo i tempi sono piuttosto lunghi, mentre la cessione consentirebbe di portare subito in attivo di bilancio i proventi con cui Scaroni potrebbe rendere ancora più luminosi i bilanci raggiunti sotto la sua gestione.

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