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MILANO — Finmatica ha rinunciato all'emissione del bond da 55 milioni di euro annunciata lo scorso 7 gennaio.

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Un nuovo piano industriale verrà presentato entro il prossimo venerdì 6 febbraio a investitori e analisti finanziari. Dalla data dell'annuncio il titolo aveva perso il 28% a Piazza Affari. La Consob aveva chiesto a Finmatica di chiarire la sua posizione di liquidità e di debito. Venrdì un lungo consiglio d'amministrazione straordinario non aveva portato ad alcun chiarimento. Ma ieri è arrivata la comunicazione che la società rinuncia al bond. Il mercato infatti aveva riservato una pessima accoglienza all'annuncio dell'emissione obbligazionaria. Da un lato, infatti, l'azienda aveva dichiarato di avere una buona liquidità, ma dall'altra il ricorso ai bond ha spinto inevitabilmente a fare analogie con la situazione di Parmalat prima del crac. La società aveva già emesso in precedenza un bond da 100 milioni di euro (l'annuncio è dell'aprile 2002) che avrebbe dovuto finanziare delle acquisizioni attese a lungo e invano da analisti e operatori. Risulta così poco convincente la giustificazione dello shopping (venerdì 9 gennaio) per l'emissione. C'è poi un nodo trasparenza Finmatica. La struttura societaria è piuttosto tortuosa per una società quotata al Nuovo Mercato con ricavi (a fine 2002) nell'ordine dei 126 milioni di euro: solo tra le consolidate a bilancio (al 30 settembre) si contano infatti 19 società. Il tentativo di rassicurare il mercato autorizzando Generali a confermare l'esistenza e il valore dei contratti in essere per la gestione della liquidità societaria è stato un autogol. Il Leone triestino ha confermato infatti che si trattava di 73 milioni a fine settembre, precisando però che al 12 gennaio erano poco meno di 40 milioni. Finmatica ha spiegato di aver utilizzato la differenza di circa 33 milioni per ridurre il debito bancario. E da allora il dubbio del mercato è se quei soldi siano realmente andati a ridurre l'indebitamento o se ci siano altre sorprese.

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