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Sette milioni di lavoratori sottoutilizzati

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Moratti: «L'Europa deve migliorare il valore del capitale umano per recuperare competitività»

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Questo il dato contenuto in un'elaborazione Censis per Italia Lavoro che ripropone il problema della scarsa valorizzazione delle risorse umane nel nostro Paese. Il calcolo del Censis prende in considerazione tutti gli inoccupati (persone che non hanno mai lavorato) in cerca di lavoro, che sono 2 milioni e 163 mila, quelli che hanno smesso di cercare lavoro perchè scoraggiati dalle difficoltà di trovare un'occupazione (2 milioni e 200 mila) e tutti quelli che, per diversi motivi, lavorano meno o peggio di quanto vorrebbero (2 milioni e 700 mila). Questa scarsa valorizzazione del «capitale umano» contribuisce molto, secondo il Censis, alla «dispersione del capitale sociale». Si tratta di un «fenomeno strutturale», secondo il direttore del Censis, Giuseppe Roma, sul quale potrebbe però incidere positivamente la nuova riforma del mercato del lavoro. La sottoutilizzazione dei cervelli in Italia è addirittura «eterna», per Domenico De Masi, sociologo del lavoro che intravede la soluzione solo nella passione personale e nella coerenza di scelte. Infine, la dispersione è un fenomeno «femminile, perché colpisce soprattutto le donne», secondo Lea Battistoni, direttore generale per l'Impiego presso il ministero del Welfare. La dispersione del capitale è un problema ben presente anche al ministro dell'Istruzione e della Ricerca, Letizia Moratti. «L'Europa - ha detto - deve migliorare il valore del proprio "capitale umano" non solo per recuperare competitività, ma anche per evitare quel rischio di esclusione dai processi lavorativi che interessa diverse fasce della popolazione». Il ministro Moratti ha anche reso noti i dati di una ricerca condotta dal suo dicastero: il valore del cosidetto capitale umano è di circa 250 mila euro, contro i circa 500 mila euro degli Stati Uniti. I giovani che cercano lavoro fanno affidamento sempre di più sull'accrescimento delle proprie competenze. Ben il 49% dei Co.co.co. radiografati dal Censis ha dichiarato di aver seguito corsi di formazione pagandoli di tasca propria. Gli inoccupati in cerca di lavoro - si legge nell'elaborazione fatta per Italia Lavoro - sono 2 milioni e 163 mila, il 9% delle forze lavoro. Fra questi rientra anche quel 25,9% di laureati che a tre anni dal conseguimento del titolo di studio non è ancora riuscito a trovare lavoro. Fra gli inutilizzati anche quella quota di persone che in tempi di crisi economica subisce un effetto «scoraggiamento» e smette di cercare lavoro: 2 milioni e 221 mila potenziali lavoratori (5,3% delle forze lavoro). Seguono 660 mila lavoratori temporanei (perché non sono riusciti a trovare un lavoro stabile), pari circa il 42,2% degli lavoratori a termine; 58 mila lavoratori part time che invece vorrebbero lavorare a tempo pieno (pari al 31,4% del totale dei part time); 179 mila lavoratori che nel corso del 2002 hanno lavorato ad orario ridotto o hanno passato periodi in cui non hanno lavorato per niente (0,8% degli occupati) per motivi legati all'andamento e economico.

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