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Commercio estero negativo

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Nello stesso mese il saldo commerciale con i paese i extra Ue è risultato negativo per 145 milioni di euro, a fronte di un attivo di 86 milioni di euro registrato nell'aprile dello scorso anno. Lo rende noto l'Istat. Nel periodo gennaio-aprile 2003 le esportazioni dell'Italia verso i paesi extra-Ue sono aumentate dello 0,8% rispetto allo stesso periodo del 2002 e le importazioni sono aumentate del 5,2%; nel quadrimestre il saldo è stato negativo per 956 milioni di euro a fronte di un valore positivo di 678 milioni di euro nello stesso periodo del 2002. Rispetto a marzo 2003, al netto della stagionalità, le esportazioni sono diminuite dell'1,3% e le importazioni dello 0,9%. In aprile, nel confronto con lo stesso mese dell'anno precedente, le esportazioni hanno segnato un incremento molto contenuto mentre le importazioni sono aumentate in misura più marcata. Ad aprile 2003 le variazioni tendenziali positive più accentuate delle esportazioni sono state registrate nei confronti della Cina (+23,2%) e dei paesi Efta (+14,7%); le riduzioni più marcate hanno riguardato i paesi del Mercosur (-25,1%) e gli Usa (-8,8%). Dal lato delle importazioni i maggiori incrementi hanno riguardato i paesi Opec (+28,7%), la Cina (+24,1%) e la Turchia (+24%); riduzioni si sono registrate nei confronti dei paesi Efta (-15,2%) degli Altri paesi (-15,1%) e del Giappone (-4,2%). Nel periodo gennaio-aprile 2003 i maggiori incrementi delle esportazioni si sono manifestati verso la Cina e la Turchia. il vice ministro delle Attività Produttive con delega al Commercio Estero, Adolfo Urso, commentando i dati, si dice preoccupato per la crescita debole dell'export extra Ue. «L'export verso la Cina continua a crescere - ha detto - Il problema è l'interscambio con gli Stati Uniti: negli Usa i nostri esportatori incontrano delle difficoltà legate soprattutto all'apprezzamento dell'euro in un momento di crisi economica». Secondo Urso, sarebbe necessario un intervento della Banca Centrale Europa per affievolire gli effetti dell'euro forte.

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