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AVEVAMO anticipato che, alla riunione, a Roma, del Consiglio della Banca Centrale Europea (Bce), i piloti ...

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La guerra in Iraq, le incertezze internazionali, le fluttuazioni delle quotazioni del petrolio, i freni che l'epidemia Sars pone al Bacino del Pacifico, la stagnazione nel Vecchio Continente e tanti altri elementi inducono alla mestizia. Ed avrebbero dovuto, dunque, indurre ad un ripensamento della strategia per orientarla alla crescita. In effetti, le autorità del Paese ospitante hanno fatto di tutto per fare stare allegri i componenti dell'augusto sinedrio, nella speranza, forse, che tale allegria avrebbe portato ad una strategia monetaria meno triste di quella in atto. Il pomeriggio del 2 aprile, il Presidente della Bce Will Duisemberg ha gustato i piaceri, prima, dello shopping a Via Condotti e, poi, di una cerimonia al Quirinale dove è stato insignito Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Sull'imbrunire, mentre su Roma piovigginava, cena di gala in Banca d'Italia con un buon campione della Roma-che-può. I manicaretti ed i vini pregiati avrebbero dovuto non solo mostrare a tutto tondo l'ospitalità "made in Italy" ma anche rendere più accomodanti gli arcigni signori della moneta e convincerli a seguire quanto invoca da mesi la maggioranza degli economisti. Alle 13,35 - puntuale come la "visite inopportune" di Cyrano de Bergerac - su una Roma insoleggiata, piomba il comunicato Bce: "nella riunione odierna, il Consiglio ha deciso che il tasso minimo di offerta applicato alle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati". In parole povere, mentre il mondo, l'Europa e l'Italia vanno verso la deflazione e rischiano una stagnazione di lungo periodo, la Bce continua a combattere i mulini a vento dell'inflazione. Tra uno shopping ed un gala, i signori della Bce hanno letto il rapporto Global Development Finance presentato dalla Banca Mondiale il 2 aprile od hanno avuto sentore di quanto è in serbo nel World Economic Outlook del Fondo Monetario che verrà diramato il 9 aprile? Un quadro da far rabbrividire: una crescita dell'economia mondiale e inferiore al 2% e dell'economia europea appena dell'1%, trasferimenti netti di risorse dai Paesi poveri a quelli ricchi (nell'ordine di ben 20 miliardi di dollari l'anno), difficoltà di ogni sorta sul sentiero della ripesa. Un quadro che avrebbe dovuto convincere a cambiare marcia. Invece, a Roma sono stati allegri soltanto loro. E non hanno mosso un ciglio per incoraggiare lo sviluppo. Neanche un piccolo segnale a quella Commissione Europea che, mentre il Consiglio Bce faceva shopping e cene di gala, apriva una procedura d'inflazione nei confronti della Francia (e faceva intendere di stare per aprirne una contro l'Italia) per il supposto mancato rispetto dei rigori del "patto di stabilità". Se tanto succede nella bella Roma, cosa hanno in serbo le prossime riunioni Bce nella brumosa Francoforte o quella in programma tra sei mesi nella melanconica Lisbona? Tra appflewein e fado, ancora un "Bonjour, ristesse"!

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