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Le navi e la storia

Tra il presente della Diciotti e il passato delle foibe

Pietrangelo Buttafuoco
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Chissà cosa avrebbe fatto Luigi Patronaggio, il magistrato di Agrigento che indaga su Matteo Salvini, quando degli italiani, al porto d'Ancona – riuscendo a non farla attraccare – bloccavano la nave di italiani in fuga dalle foibe. Non sappiamo cosa avrebbe fatto lui ma di certo – in quel tempo, in quell'Italia – non se ne trovò uno di procuratori della Repubblica pronto a schierare così la Costituzione più bella del mondo dalla parte di profughi inermi. Nessuno, tantomeno un Pasolini, come oggi un Saviano – in quel tempo, in quell'Italia – osò schierarsi coi disperati e alla stazione di Bologna il treno che portava in salvo gli italiani d'Istria non si fermò perché la folla, radunata nel nome della Costituzione più bella del mondo, gettava sui binari il latte caldo portato dalla Croce Rossa pur di non farlo bere a chi scappava dalla guerra e dalle persecuzioni. L'Italia è anche questa porcheria, di cui nessuno ha memoria, ma quelli che oggi fanno la morale a Salvini, eredi di quelli che bloccavano le navi ad Ancona e i treni a Bologna, almeno loro, questa storia, dovrebbero cominciare a raccontarsela. E magari si viene a scoprire cosa avrebbe fatto un Patronaggio in quel tempo, in quell'Italia. Chissà.

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