
Dalla padella alla brace

Spadellati in un governissimo renzusconi, per dirla con la felice sintesi di Andrea Scanzi, o caduti nella brace di una Grosse Koalition che veda insieme – con Luigi Di Maio premier – il Pd controllato da Dario Franceschini, Liberi e Uguali con Laura Boldrini alla Farnesina ed Emma Bonino alla Maternità e infanzia? Un incubo per gli italiani, un dilemma più che cornuto. Padella o brace. Il governo della «concertazione» vagheggiato in queste ore da Di Maio – «un po' di centrodestra, un po' di centrosinistra, ma più di centrosinistra» – è la padella che non cambia nulla per cambiare in peggio: fa eterno il sistema post-comunista. Il tandem tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, invece, è la brace che svapora il centrodestra: costringe la maggioranza degli italiani che non è di sinistra a soggiacere ancora una volta al sistema. Post-comunista, manco a dirlo. Ed è il micragnoso tornaconto dei moderati sempre pronti, per sopravvivere, a sacrificare la propria gente. Ieri lo faceva la Dc del compromesso storico, oggi il redivivo Patto del Nazareno. Non ci sono più narici da turare, tappi per ben altre destinazioni urgono.
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