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Sabrina Salerno senza paura: "A Sanremo mi sento a casa"

Carlo Antini
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A Sanremo c’è già stata ma scendere le scale dell’Ariston fa tremare i polsi anche a una popstar da 20 milioni di dischi come Sabrina Salerno. Amadeus l’ha scelta come una delle sue dieci donne. Lei che nella città dei fiori ha passato l’adolescenza. Tra mille polemiche, il maschilismo e i testi violenti di Junior Cally, la Salerno penserà a divertirsi e a far divertire il pubblico «con tutta la mia solarità e allegria», assicura. Per approfondire leggi anche: Al Bano e Romina a Sanremo 2020 Sabrina Salerno, cosa vuol dire per lei tornare a Sanremo? «È come tornare a casa. Quando ero adolescente ho vissuto lì e ricordo che il Festival era una settimana da sogno. Mi imbucavo alle prove dei cantanti ed è così che ho conosciuto Alice». Ha pensato a cosa indosserà sul palco? «Vestirmi non è facile: ho un seno prorompente e la vita stretta. Per il Festival ho scelto Gabriele Fiorucci Bucciarelli, uno stilista giovane ma di esperienza. È riuscito a trasformare i miei desideri in realtà. Non so ancora se indosserò i tacchi. Devo scendere le scale dell’Ariston e starei molto più comoda coi Camperos. Cosa darei per poterci andare scalza… chissà». L’Ariston lo conosce bene. Nel ’91 era in gara con «Siamo donne» al fianco di Jo Squillo. Cosa ricorda di quel Festival? «Fu un grande successo. Baudo mi premiò come la donna più fotografata. Allora quella canzone mi sembrava scontata. Oggi, invece, mi rendo conto che è un messaggio ancora attuale col maschilismo che regna sovrano e la difficoltà ad accettare una donna al potere». Cosa pensa delle accuse di sessismo rivolte ad Amadeus? «Lo conosco bene e so quanto sia gentile e rispettoso nei confronti di tutti, uomini e donne. E’ stato frainteso. Lui voleva semplicemente fare un complimento alla Novello. E poi basta con i luoghi comuni sulla bellezza: aiuta ma non basta per avere successo». Non le sembra un po’ strano fare i complimenti a una donna perché sa stare un passo indietro rispetto a un uomo? «A volte nella vita di coppia è giusto saper stare un passo indietro e può capitare sia agli uomini che alle donne. Vuol dire semplicemente supportarsi. Mio marito fa l’imprenditore e quando presenta un progetto lo supporto e lo aiuto e, in qualche modo, sto un passo dietro a lui. Dietro grandi uomini ci sono sempre grandi donne. Ma anche lui è da 30 anni che sta dietro di me. Mi aiuta e mi supporta. E’ il mio unico vero eroe». È scoppiato il derby tra Rula Jebreal e Rita Pavone. Lei da che parte sta? «Non sto né con l’una né con l’altra. Mio figlio ha simpatia per Salvini e io rispetto le sue idee. Ma io mi sento centrista. Rula Jebreal farà un monologo sulla violenza sulle donne e non credo che venga a Sanremo per parlare di politica. Rita Pavone la conosco e le voglio bene. Nel nostro Paese c’è libertà di espressione e mi sembra l’ennesima provocazione inutile. Nell’arte e a Sanremo la politica non deve entrare». A proposito di violenza sulle donne. Junior Cally deve essere escluso dal Festival oppure no? «Ho un figlio di 15 anni e come mamma prendo le distanze da quel testo perché un certo linguaggio mi preoccupa. Ma il ragazzo si è pentito e anche lui ha preso le distanze da una canzone che risale a tre anni fa. Ha assicurato che al Festival canterà tutt’altra cosa. Se Amadeus l’ha invitato, un motivo ci sarà. Un’altra chance io gliela do». La Gregoraci ha detto di essere stata esclusa dal Dopofestival perché è l’ex di Flavio Briatore. Che ne pensa? «Non ho parlato né con lei né con Savino. In un primo momento nel cast era prevista quindi, a un certo punto, qualcosa dev'essere successo». Lei ha un grandissimo successo in Francia. Dopo la vetrina di Sanremo la rivedremo anche in Italia? «Sì, sto lavorando a un format per la televisione italiana. Sarà una sorta di talk show al femminile. Voglio far emergere l’interiorità delle donne che ancora oggi pagano etichette e luoghi comuni. Poi c’è un altro progetto a cui tengo molto ma di cui non voglio ancora parlare. Potrebbe essere un vero stravolgimento della mia vita ma non posso dire di più».

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