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Addio Bruno Ganz, da Hitler a nonno di Heidi

Il più apprezzato attore di lingua tedesca, ha lavorato con celebri registi

Antonio Angeli
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È stato il più apprezzato attore di lingua tedesca, nei suoi ruoli sempre geniale e inappuntabile: Bruno Ganz è morto a Zurigo, dopo una lunga malattia, all'età di 77 anni. È stato uno degli attori più importanti e carismatici della sua generazione. Nato a Zuruigo il 22 marzo 1941, figlio di un operaio svizzero e di madre italiana, debutta al cinema nel 1960 nel film «Der Herr mit der schwarzen Melone», grazie al quale viene notato dall'attore Gustav Knuth, che ne apprezza il talento. Nel 1970 è uno dei fondatori, assieme al regista Peter Stein e all'attrice Edith Clever, della compagnia berlinese di ispirazione brechtiana «Schaubühne am Halleschen Ufer». Torna nel cinema nel 1975 quando interpreta «Lumière, scene di un'amicizia fra donne» di Jeanne Moreau e, soprattutto, «La Marchesa von...» («La Marquise d'O...») per la regia di Eric Rohmer nel 1976. Il grande salto lo compie l'anno successivo quando il regista tedesco Wim Wenders gli affida la parte del corniciaio Jonathan Zimmermann ne «L'amico americano». Nel 1978 interpreta l'agente immobiliare Jonathan Harker nella celebre rivisitazione di «Nosferatu, il principe della notte» di Werner Herzog. Lavora poi in altre pellicole, tra cui «Oggetti smarriti» di Giuseppe Bertolucci (1980) e «La storia vera della signora dalle camelie» di Mauro Bolognini (1981), ma il successo planetario arriva nel 1987 col film «Il cielo sopra Berlino» di Wim Wenders dove interpreta l'angelo Damiel. Sarà poi Adolf Hitler nel bunker della morte ne «La caduta», Tiziano Terzani e il Papa, fino agli ultimi ruoli dove ha vestito i panni del nonno di Heidi e quelli di Virgilio nell'horror di Lars von Trier «La casa di Jack» che uscirà il 28 febbraio.

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