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Le passioni di Sorrentino: "Fellini e Antonioni i campioni del cinema"

Il regista napoletano si racconta. Omaggio per Scola

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Fellini, Bertolucci e Antonioni. Amo qualunque cosa abbiano messo in scena questi tre». Paolo Sorrentino descrive le sue passioni alla platea della Festa del cinema di Roma nel corso degli «Incontri ravvicinati». Il regista premio Oscar ha scelto cinque sequenze tratte da altrettanti capolavori per parlare dei segreti della settima arte. Nella cinquina «La notte» di Michelangelo Antonioni. «Con Fellini e Bertolucci, Antonioni è uno dei tre registi che non sbagliano una messa in scena - ha detto Sorrentino - In loro c'è una sapienza che lascia stupefatti. Il primo film che ho visto nella mia vita, però, è "Incompreso" ma in vacanza vedevo anche quelli di Bud Spencer e Terence Hill». Tra le passioni di Sorrentino c'è anche la «Tempesta di ghiaccio» di Ang Lee. «Mi ha insegnato molto sulla sceneggiatura - prosegue il regista napoletano - In questo film si parla della bellezza e dei pericoli della famiglia. Ang Lee riesce a coniugare perfettamente il bello col vero e non è facile mantenere un'aderenza al vero senza rinunciare all'estetica. Senza contare che nei suoi film tutti gli attori recitano sempre benissimo». Nel corso del dialogo con Antonio Monda, il regista non ha potuto fare a meno di parlare di Jude Law e della nuova serie che sta girando in questi mesi a Roma intitolata «The Young Pope». «Ho pensato subito a lui perché il protagonista doveva essere giovane, bello e portentoso - spiega Sorrentino - Raramente ho incontrato un attore così privo di difetti. Per la figura del Papa non mi sono ispirato a nessuno in particolare. Non c'è mai stato un Papa così». Prima di andare via Sorrentino ha raccontato anche qualche retroscena sul suo passato e sull'inedito proiettato a Roma e tratto dal film a episodi «Rio, I love you». «Prima di girare "Il Divo" - conclude scherzando - Andreotti mi rivelò come si spostava in città ma a me non piaceva e ho cambiato tutto. Sull'inedito "La fortuna" posso dire che ci hanno dato solo due giorni per girare il corto. Ma vi assicuro che ai registi brasiliani hanno dato più tempo». Un ultimo pensiero al suo Napoli vittorioso prima di salutare il pubblico romano tra gli applausi. Prima del suo arrivo, però, il caso della giornata era stato «Freeheld», film ispirato alla storia vera di una coppia lesbica statunitense che ha lottato per i diritti gay. A Roma sono arrivati il regista Peter Sollett e una delle due protagoniste, Ellen Page, che ha già fatto outing sulla sua omosessualità. «Ai politici italiani - ha detto la Page - direi che il mutamento è inevitabile, come è successo in America. Non si può non vincere la lotta per la libertà di amare e vivere. Arrendetevi! Per me è difficile capire perché qualcuno possa essere contro il fatto che le persone lgbt abbiano gli stessi diritti degli altri». Poi parlando del rapporto con la vera protagonista della vicenda e del suo outing ha aggiunto: «Stacie è stata meravigliosa. Per me è stato essenziale parlare con lei e passare del tempo insieme nella loro casa. L'effetto di questa storia su di me è stato di grande ispirazione, per me, per il mio benessere emotivo e la comunità tutta. Nascondermi ha avuto effetti negativi, impedendomi di crescere anche come artista. L'outing fino ad ora ha avuto solo effetti positivi». Oltre alla proiezione del kolossal 3D «Pan - Viaggio sull'isola che non c'è», altro appuntamento della giornata di ieri è stato l'omaggio a Ettore Scola, «Ridendo e scherzando», diretto dalle due figlie del regista Paola e Silvia. «Volevo vedere se c'erano gli estremi per portare in tribunale le mie figlie - ha detto Scola scherzando - Avevo paura di retorica, celebrazione, commemorazione. Ai giovani bisogna consigliare l'amore per l'Italia anche se non è facile perché questo Paese non si fa amare, ma senza amore non accade nulla».

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