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L'epopea di Zamperini un eroe indistruttibile tra Hitler e i giapponesi

Corse i 5000 metri a Berlino '36: il Führer lo notò In guerra fu catturato e torturato dai nipponici. Angelina Jolie dirige un film tratto dalla sua vita

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Unbroken in inglese è "uno che non si rompe". C'è qualcosa di irresistibilmente hollywoodiano nella storia di Louis Silvie Zamperini, italo-americano che sulla prova del miglio a piedi volava e resisteva, come il vento. Era un ragazzo difficile Louis, uno nato a New York per caso e poi finito sulle strade della California, dove faceva a pugni spesso ma che poi, quando c'era di mezzo la bandiera degli Stati Uniti e l'orgoglio italiano, beh, non si tirava mai indietro. Nato il 26 gennaio del 1917 a Olean nello stato di New York, Louis è figlio di una comunità italiana ancora fiera dei successi olimpionici conquistati dall'Italia e che crede ancora nel "rinascimento" sociale, economico, culturale e politico promosso dal Duce, Benito Mussolini. La famiglia, i genitori Anthony e Louise e i figli Pete, Louis, Virginia e Sylvia, si trasferisce a Torrance nel 1919. Il padre iscrive il giovane Zamperini in una palestra di boxe per aiutarlo nella difesa ma il risultato non sarà quello sperato. Capace di reagire fisicamente ai lazzi dei ragazzi di quartiere, Louis si trasforma a sua volta in un duro e violento, incapace di rispettare le regole. Solo le sue grandi doti atletiche, intuite dal fratello Pete, con la vittoria nei campionati scolastici gli garantiranno l'accesso alla University of Southern California e un posto in squadra alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Sarà, con i suoi 19 anni, l'atleta più giovane della squadra Usa. Il giovane impressiona, con la prestazione sui 5000 metri, tutti gli spettatori dello stadio tanto che il cancelliere Hitler decide di convocarlo. Si è classificato ottavo ma ha corso gli ultimi metri con un'andatura da record. Il risultato di Berlino non sarà una semplice meteora. Due anni dopo infatti Zamperini batterà il record nazionale sul miglio che resisteva da quindici anni, meritandosi il soprannome di Tornado. Ma non ci sarà troppo tempo per gioire. Quattro anni dopo infatti Louis Zamperini, arruolato nell'Aviazione con il grado di sottotenente, verrà inviato nelle isole del Pacifico, ad operare nella base delle isole Funafuti. Farà il ricognitore aereo e il 27 maggio 1942 verrà abbattuto dall'artiglieria giapponese. Sopravvissuto insieme ad altri due degli undici membri dell'equipaggio, il giovane italoamericano si ritroverà nelle acque dell'Oceano e ingaggerà una strenua lotta contro la sete, le correnti e gli squali. Costretto a razionare il cibo e a seguire un albatros per procurarsi un po' di pesce, Zamperini ed il suo compagno superstite raggiungeranno le coste delle Isole Marshall, per essere poi catturati dalle truppe giapponesi e condotti nel campo di prigionia di O-funa, dal quale saranno liberati soltanto alla fine della guerra. Dichiarato morto in azione, Louis sopravvive alla denutrizione e alle sevizie degli aguzzini nipponici. Sarà soprattutto la sua indole ribelle a istigare il capo delle guardie giapponesi, Watanabe provocandone la reazione sadica. Torturato senza sosta da un uomo che il generale McArthur inserirà tra i 40 criminali di guerra giapponesi, l'italo-americano riuscirà comunque a rivedere la libertà ed a tornare negli Stati Uniti. Ritornato alla vita, si sposerà nel 1946 con Cynthia Applewithe ma soffrirà di un grave stress post traumatico, da cui riuscirà a guarire solo grazie alla riscoperta della fede cristiana. Nel 1950, in virtù della fede riscoperta, Louis riuscirà anche a perdonare i propri aguzzini giapponesi. E cinquantacinque anni dopo l'ex olimpionico e pluridecorato eroe di guerra tornerà persino in Giappone, a Nagano, in qualità di tedoforo per le Olimpiadi invernali, chiedendo di incontrare Watanabe per concedergli il perdono cristiano ma il criminale di guerra giapponese rifiuterà l'incontro. Zamperini ha avuto numerosi riconoscimenti ma oggi, quasi centenario, il più importante glielo sta regalando la vincitrice di un Oscar, Angelina Jolie, che dirige e produce Unbroken , un film che segue l'incredibile vita dell'eroe olimpionico e di guerra. Louis "Louie" che sopravvisse in una zattera per 47 giorni dopo un incidente aereo quasi fatale, durante la seconda guerra mondiale. Adattato dal popolare libro di Laura Hillenbrand ( Seabiscuit: an American Legend ), Unbroken porta sul grande schermo una biografia sul potere di resistenza dello spirito umano. Un potere così forte da poter esser tradotto in quattro parole: istinto per la vita. Un istinto unbroken, che non si rompe.

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