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Max Tortora: «Con l'amore e la follia dico addio al varietà»

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di Francesca Parisella «Salgo sul palco per dire addio al varietà che per anni mi ha dato notorietà». È un saluto al pubblico "L'amore e la follia", lo spettacolo scritto e diretto da Max Tortora....

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«Salgo sul palco per dire addio al varietà che per anni mi ha dato notorietà». È un saluto al pubblico "L'amore e la follia", lo spettacolo scritto e diretto da Max Tortora. Dopo il grande successo in tv, nato grazie alle imitazioni, - tra i suoi personaggi Alberto Sordi, Luciano Rispoli, Adriano Celentano, Franco Califano - l'attore, imitatore e cantante romano racconta di preferire la commedia «perché rappresenta la vita. Mi piacerebbe fare più cinema per raccontare la realtà e per questo mi piace la fiction, perché è come il cinema». Apprezzato dal pubblico nella serie tv dei "Cesaroni" nei panni di Ezio, Max Tortora è pronto a raccontarsi usando i binari che caratterizzano la sua vita: l'amore e la follia. «È uno spettacolo dove l'amore è presente a 360°. A 51 anni ho raggiunto la consapevolezza che l'amore è fondamentale per fare le cose, anche nel lavoro. Senza non si va da nessuna parte - prosegue l'attore -. Ma poi ci vuole anche la follia. Amore e follia si intersecano sempre nella mia vita. Preparando lo spettacolo, mi è capitato, dopo tre giorni di prove, di tornare in teatro togliendo parti intere di spettacolo. Anche questa è follia… creativa. E così ogni sera sarà uno spettacolo sempre diverso, con qualche novità. Sul palco con me anche tanti amici per incursioni teatrali e musicali». Giocando con questo binomio sono nate le sue imitazioni che fanno parte del "one man show" in scena al Teatro Olimpico di Roma da domani al 30 marzo. Imitazioni che nascono, per scherzo, con i suoi amici, ma che lo portano in televisione, in cui la "follia" del personaggio è la chiave per far ridere. Un Alberto Sordi che litiga con la tecnologia o un Luciano Rispoli che, inaspettatamente, usa parolacce, «con Luciano ci siamo conosciuti, mi invitò alla sua trasmissione "Tappeto volante", e quando ci siamo rivisti lui ha provato a fare la sua imitazione». Nello spettacolo anche un altro dei suoi personaggi, Franco Califano: «era uno che sapeva parlare d'amore - racconta Tortora - c'è una sua canzone, la mia preferita, "L'ultima spiaggia", dove lo capisci chiaramente». Gag, imitazioni, televisione, musica e attualità, non mancherà nulla sul palco dell'Olimpico dove Max Tortora, accompagnato da una music band composta da sei elementi, siederà al pianoforte per intonare brani celebri partendo da "Grande grande" di Domenico Modugno, per arrivare ai Pooh, passando per i Bee Gees e dintorni, sullo stile di Dino Verde e il Quartetto Cetra. "Canterò con umiltà una delle canzoni d'amore più belle "Tu sì 'na cosa grande"» e ricorderà anche aneddoti della sua vita, «racconti semplici - prosegue - legati anche alle sigle della Rai che sono state importanti nella tv e hanno scandito le fasi della vita. Da quella dell'intervallo all'Almanacco del giorno dopo che a noi bambini suonava come un monito, era scaduto il tempo per fare i compiti perché di lì a poco saremmo andati a dormire. Oppure quella volta che a scuola ci fecero fare il tema sulla canzone della Carrà, lo scandaloso "Tuca tuca"». In scena anche un corpo di ballo, «avrei voluto ballare. Per me è come suonare, crea armonia tra mente e cuore. Ma non mi cimenterò nel ballo: la mia altezza mi ha dato tanti regali, ma non l'armonia nei movimenti».

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