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La sorella di Bevilacqua: "La sua morte accompagnata da volgarità"

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E' guerra aperta tra la compagna dello scrittore scomparso e la sua famiglia

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"Io sono profondamente addolorata per come la morte di uno spirito libero e di un poeta sia accompagnata da volgarità che nulla hanno a che fare con i sentimenti miei e di chi ha amato Alberto. Mio fratello va onorato come merita". Anna Bevilacqua, sorella dello scrittore deceduto ieri dopo una lunga degenza a Villa Mafalda, spiega "il fastidio per questo palcoscenico che qualcuno ha messo in piedi. Io sono stata coinvolta in diatribe che non mi appartengono. Non ero d'accordo con la richiesta di procedere ad autopsia perché avevo e ho fiducia nello staff dei medici che hanno seguito mio fratello. Un ricordo di Alberto? Lo sguardo che mi trasmetteva quando era a letto. Perché Alberto ha lottato, voleva vivere". A rappresentare gli interessi di Anna Bevilacqua è l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi che, in vista dell'incarico autoptico conferito dal pm Elena Neri, ha deciso di nominare come consulente legale il professor Enrico Marinelli. "La nostra finalità - ha spiegato l'avvocato - è che non ci siano sospetti di alcun genere su come un uomo di grande successo come Alberto Bevilacqua sia stato seguito e accudito". Una scia di polemiche ha preceduto la scomparsa Bevilacqua. Polemiche legate soprattutto al suo ricovero a Villa Mafalda, dell'11 ottobre scorso, resosi necessario a causa di un'insufficienza cardiaca. Da Villa Mafalda lo scrittore non è più uscito, nonostante i tentativi della compagna, Michela Macaluso, di trasportarlo in una struttura ospedaliera, secondo lei più adatta a curarlo. Polemiche che avevano riaperto il dibattito sul testamento biologico e sulle coppie di fatto.

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