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Albanese si fa in tre «Vi faccio ridere con i mostri di oggi»

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In«Tutto tutto niente niente», diretto da Giulio Manfredonia e prodotto da Fandango con Rai Cinema, Albanese si fa in tre e, al celebre personaggio di Cetto La Qualunque, aggiunge altre due maschere: il "riesumato" e ingenuo Frengo, oltre al razzista misogino, secessionista e leghista, Olfo, che sogna l'annessione del suo paesino all'Austria. Tutti e tre dal carcere arrivano direttamente in Parlamento perché ripescati nelle liste dei non eletti dall'anima nera della politica romana, il "Sottosegretario" (interpretato da Fabrizio Bentivoglio). I grotteschi, amorali e kitsch protagonisti sono davvero mostruosi, ma volutamente focalizzati da Albanese «per rendere i loro comportamenti tanto ridicoli da indebolirli», con degli inevitabili pericoli, ammessi dallo stesso attore: ovvero, alcuni potrebbero identificarsi in loro e non giudicarli quelli che sono, degli eroi negativi, da non imitare, da emarginare e combattere. «Viviamo in un momento psichedelico, grottesco, drammatico e comico allo stesso tempo - ha detto Albanese, qui doppio ruolo di attore e sceneggiatore - Con il mio film ho cercato di raccontare in chiave comica tre personaggi che sono cellule impazzite, ridicoli e negativi. Ma il film è anche un atto d'amore verso questo Paese, che amo profondamente, pur sollevando dei dubbi. Raccontiamo un pezzo dell'Italia, ci siamo appoggiati alla situazione politica particolare di questi ultimi anni, ma a me interessa soprattutto la satira sociale: non volevamo certo fare un film politico, ma puntare sulle risate, rendendo ridicoli i personaggi». Il Parlamento descritto da Albanese è un luogo surreale, con politici vestiti di colori psichedelici, dove si gioca a ping pong, tra clown e saltimbanchi e ballerine di lap dance. In Vaticano, invece Albanese fa entrare un pugliese che fuma hashish e vuole essere dichiarato beato prima di morire, e per questo vuole portare l'8 per mille alla Chiesa cattolica prima di morire all'8 per cento. «Anche questo è un omaggio alla mia religione, che amo e difendo e lo faccio ancora una volta sollevando piccoli dubbi». Creando imbarazzo tra i presenti, l'onorevole dice poi al vescovo che sta parlando di "famiglia modello" che quella di Gesù non può certo definirsi tale, a partire dal fatto che siamo di fronte a «una ragazza madre che va a convivere». Quando poi il porporato si scaglia contro la fecondazione artificiale, Frengo lo interrompe di nuovo: «Scusate, ma credo proprio che la Madonna sia decisamente il testimonial sbagliato. Se c'è un caso di fecondazione artificiale lampante è proprio il suo». Così, anche se il film non è il sequel di «Qualunquemente» racconta tre storie di altrettanti personaggi con in comune la politica: Cetto La Qualunque, il politico che abbiamo imparato a conoscere e che stavolta è alle prese con una travolgente crisi sessuale e politica. Rodolfo Favaretto, nordista estremo che per combattere la crisi commercia in migranti clandestini e Frengo Stoppato, il cui unico sogno è quello di riformare la chiesa e guadagnarsi la beatitudine. I tre insieme formeranno un ritratto non troppo surreale dell'Italia odierna, tra situazioni paradossali e travolgenti. «Olfo è il razzista del nord, rozzo e pericoloso - ha sottolineato ancora il comico - Cetto è il qualunquista in cui molti hanno riconosciuto i politici locali. Frengo è l'evoluzione di un personaggio che ho amato e che oggi è cresciuto ma continua ad essere dedito esclusivamente alla droga, una cosa alla quale sono da sempre stato contrario. Nel senso che io sono affezionato ai tre, ma ovviamente li odio umanamente. Per questo li racconto in maniera ridicola, per sottolineare che il loro atteggiamento è negativo: dal disprezzo per le donne al razzismo fino al rapporto con le droghe». Il film non presenta legami con la realtà politica né con la cronaca. Resta lo sguardo su politica e attualità, connubio che mai come in questi giorni - dopo il marketing delle «primarie» che nei mesi scorsi ha accompagnato il film fino all'uscita in sala - può rappresentare un ulteriore carta a favore di «Tutto tutto niente niente»: «La caduta del governo? Ma no, niente di vero, un'altra strategia nostra a livello promozionale», ha concluso Albanese che sta inventando una nuova maschera: «Una sorta di uomo-lemure con gli occhi persi nel vuoto, a caccia di quei punti fermi che ha completamente smarrito».

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