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Leone d'oro a Rosi: quando il cinema scrive la Storia

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Alcelebre regista e sceneggiatore italiano è stato attribuito il Leone d'oro alla carriera della 69esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, che è in programma dal 29 agosto all'8 settembre. La decisione è stata presa dal cda della Biennale, presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore Alberto Barbera. Rosi, che il prossimo 15 novembre compirà 90 anni, riceverà il riconoscimento alla Mostra, venerdì 31 agosto, in occasione della proiezione della copia restaurata di uno dei suoi capolavori: «Il caso Mattei», del 1972. Il restauro è stato realizzato dalla Film Foundation di Martin Scorsese, con il sostegno di Gucci. Rosi è l'autore simbolo della svolta del cinema italiano di impegno civile, con film come: «Le mani sulla città», Leone d'oro nel '63, «Il caso Mattei», Palma d'oro a Cannes nel '72, e «Salvatore Giuliano», Orso d'argento a Berlino nel '61. Nato a Napoli nel 1922 Rosi si affermò come autore proprio a Venezia, nel 1958, con «La sfida», Premio Speciale della Giuria. In quel film, girato nel mercato ortofrutticolo di Napoli, come nel successivo «I magliari», 1959, premiato a San Sebastiàn, ambientato tra venditori di stoffe ai limiti della legalità, c'è già l'impronta decisa del suo cinema, che si manifesta pienamente con «Salvatore Giuliano», sulla vita e la misteriosa morte, del bandito siciliano. Nel 1963 ottiene la definitiva consacrazione, vincendo il Leone d'oro a Venezia con «Le mani sulla città», film-denuncia sulle speculazioni edilizie nel Dopoguerra. Alla Mostra di Venezia del '70 porta un film contro ogni guerra: «Uomini contro», tratto da «Un anno sull'altopiano» di Lussu. «Il caso Mattei» segna il ritorno allo stile del reportage, nella ricostruzione delle vicende del presidente dell'Eni, interpretato da Gian Maria Volontè, poi «Lucky Luciano» 1975, nuovamente con Gian Maria Volontè, «Cadaveri eccellenti» (1976), premio David di Donatello per il miglior film e la miglior regia. Da Carlo Levi trae «Cristo si è fermato a Eboli» (1979), David per il miglior film e la miglior regia, vincitore al Festival di Mosca, premiato come miglior film straniero ai Bafta, gli «Oscar» britannici. Tra gli ultimi film: «La tregua» (1997), da Primo Levi. «Sono onorato e molto felice di ricevere questo riconoscimento estremamente prestigioso, che è stato attribuito in precedenza a tanti grandi autori che amo e ammiro» ha dichiarato Rosi, che ha incassato anche i complimenti del ministro della Cultura Ornaghi.

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