
Il deludente «sequel» di un disco leggendario

Uncapolavoro del "progressive", con l'espediente dei testi "scritti" dall'immaginario enfant-prodige Gerald Bostock. Oggi Ian Anderson azzarda il sequel per raccontarci cosa sia diventato il personaggio-ragaz-zino sotto i colpi di un insidioso destino. La leggendaria copertina-quotidiano è diventata un sito web, il cd è di fatto un prodotto "solo" del flautista. I Jethro storici non esistono più. In ogni senso.
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