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Risorgere significa capire davvero

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L'esperienza della Pasqua apre gli occhi agli Apostoli Golgota e Sepolcro li aiutano a comprendere la Storia

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Lazzaroriprese una vita mortale e rimase quindi sotto le leggi biologiche e cosmiche, Gesù invece con la risurrezione del corpo vive nella «potenza dello Spirito» e non è più sottoposto alle condizioni mortali: per questo non muore più. La sua risurrezione è un evento radicalmente nuovo perché rappresenta il passaggio a una vita totalmente trasformata. È come lo spalancarsi di una finestra sullo spettacolo del mondo finalmente redento e definitivamente trasformato nell'autentico Regno di Dio; quel Regno – come scrive l'Apocalisse – ove Dio «asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, non ci sarà più la morte, né lutto né lamento né affanno». Che Gesù sia risorto pertanto non significa affatto che la sua presenza è aerea, vacua, evanescente, o che si realizza magari unicamente con la parola e gli insegnamenti che ci ha lasciati. Egli è realmente vivente ed è all'opera nella storia perché il Regno da lui iniziato giunga a compimento. Il suo corpo risorto è la primizia della nuova creazione. La carne della storia non è più condannata al dissolvimento e alla morte; con Gesù è stata risuscitata a una vita completamente nuova e del tutto inimmaginabile alla mente umana. Contrariamente a quel che si può pensare, pertanto, non fu la risurrezione in quanto tale a imporsi nella mente degli apostoli, quanto la risurrezione di colui che era stato crocifisso, di quell'uomo che essi avevano frequentato per quasi tre anni e che li aveva entusiasmati con la sua opera e il suo straordinario disegno sul mondo. Sì, quell'uomo con cui avevano vissuto per tre anni e che era finito morto sulla croce, quell'uomo era risorto e stava ancora con loro. L'identità tra il Crocifisso e il Risorto è il cuore della testimonianza degli apostoli. Questo spiega quella sorta di strano compiacimento dei Vangeli nel sottolineare l'incredulità dei discepoli – eppure sono i massimi responsabili della Chiesa! – nei giorni di Pasqua. Essi, all'inizio, non credono che il Crocifisso possa essere vivente. L'esperienza della Pasqua apre loro la mente: finalmente capiscono perché Gesù è morto e perché il Golgota e il Sepolcro sono legati l'uno all'altro. In effetti, solo pochi metri separano questi due luoghi, eppure racchiudono il cuore della fede cristiana, come della storia umana e dell'intera creazione. Se nella crocifissione di Gesù appare il peccato centrale dell'umanità, poiché in essa convergono tutti i peccati di tutti i tempi e di tutte le epoche, nella risurrezione invece si manifesta l'opera di Dio che, accogliendo la morte inflitta dall'uomo al suo Figlio, la rovescia e la sottrae dalle mani del principe del male e dei suoi servi sciocchi. In quel piccolo angolo di terra – la tradizione colloca la croce sul luogo ove è stato sepolto Adamo – Dio “ri-crea” l'uomo e dà un nuovo inzio alla storia. In una splendida icona bizantina della risurrezione, Gesù sta in piedi poggiandosi sulle due porte degli inferi (rappresentati come una grotta buia): con la mano destra prende Adamo e con la sinistra Eva, liberando ambedue dalla profondità dell'abisso. È il mistero della risurrezione: con essa tutto riprende inizio. Si tratta non tanto di un capovolgimento, quanto di una storia del tutto nuova, più che di una creazione. I sacerdoti, il popolo, i militari, tutti coloro che avevano assistito alla crocifissione di Gesù facevano più o meno questo ragionamento: «Bene, è tutto finito! Quest'uomo non parlerà più! Da adesso staremo tutti più tranquilli!». Anche i discepoli pensavano la stessa cosa, ma con disperazione: «Tutto, purtroppo, è finito!». In effetti, Gesù, con la sua morte, tocca il fondo del l'umanità. Ma la risurrezione avvia un nuovo e inarrestabile corso della creazione. Gesù continua a scendere ancora oggi negli “inferni” di questo mondo. Continua a scendere nel Mediterraneo per raccogliere dal suo fondo le vittime innocenti, quelle centinaia e centinaia di uomini e donne, di giovani e bambini che non sono riusciti a raggiungere la sponda del nord dell'Europa. Quella tragica morte sulla croce e quella risurrezione coinvolgono anche questo angolo di mondo, questa storia di Golgota e di Sepolcri contemporanei. Ma da quel giorno di Pasqua la croce è stata spogliata di quel corpo, i chiodi tolti, il lenzuolo della misericordia dispiegato, la pietra pesante che chiudeva il sepolcro rotolata per sempre. Continuano ancora, purtroppo, i Golgota e i Sepolcri, ma non ci sono più gli inchiodati per sempre e i seppelliti nel nulla, per sempre. Quel mistero antico è contemporaneo: l'amore, protagonista sia del Golgota che del Sepolcro, li ha vinti entrambi. Da allora il Golgota e il Sepolcro non sono più la parola definita sugli uomini. L'ultima è quella dell'amore.

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