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ACQUA NEL DESERTO

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Arriva da Israele la macchina che «estrae» l'umidità dell'atmosfera Permette la vita in zone proibitive. Funziona come un condizionatore

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Arrakis,che i suoi abitanti chiamavano «Dune», era infatti totalmente privo d'acqua. Il terrore di rimanere senza acqua è sempre stato presente nell'immaginario collettivo dai tempi più antichi. Ma ora la tecnologia ha sconfitto anche questo spettro con una macchina in grado di «creare» acqua nel bel mezzo di un deserto. Il realtà la «macchina» è stata pensata per impieghi strettamente militari, ma è facile immaginarne un'infinità di applicazioni civili. Il «WaterGen» è un dispositivo messo a punto dall'omonima azienda israeliana (da quelle parti di deserti ne hanno quanti ne vogliono), in grado di estrarre acqua dall'aria. È come l'uovo di Colombo, anzi, la «fontana» di Colombo: funziona con lo stesso principio di un climatizzatore, ricavando l'acqua direttamente dall'umidità atmosferica ambientale. Il funzionamento è semplice: l'aria viene convogliata attraverso una grande ventola (che effettivamente ricorda l'unità esterna di un condizionatore), viene poi filtrata, in modo da deumidificarla e raccoglierne l'acqua. Questa acqua «grezza» viene purificata con appositi filtri e «mineralizzata». Et voilà: il gioco è fatto. In mezzo al deserto ecco una bella brocca d'acqua pronta da bere. L'acqua così ottenuta può, ovviamente, essere conservata in apposite taniche o consumata immediatamente, con un semplice rubinetto. A seconda delle condizioni ambientali si possono ottenere dai venti ai sessanta litri di acqua al giorno. Appare evidente il vantaggio per le truppe, specialmente quelle che operano in ambienti desertici. Tutti gli eserciti del mondo, per mantenere freschi e dissetati i propri militari, hanno la necessità di organizzare sistemi logistici costosi e complessi. L'approvvigionamento risulta ancor più difficile operando sulle linee di guerra, con l'inevitabile utilizzo di mezzi terrestri o aerei che si trovano in situazioni inevitabilmente pericolose. Tutto per una borraccia d'acqua. Ora il problema è risolto e per quanto progettato per i militari, il sistema può certo essere applicato in ambito civile. Certo in questo caso potrebbero emergere problemi legati ai costi, soprattutto per l'approvvigionamento elettrico necessario per far funzionare l'apparecchio. Ma a pensarci bene nelle zone desertiche e prive di acqua di solito il sole non manca e applicando dei pannelli solari al «WaterGen» non dovrebbe essere difficile produrre acqua a costi estremamente contenuti. È una vera rivoluzione, un'inversione di tendenza, la sconfitta di una paura millenaria che prese una forma drammaticamente attuale nel 1995, con l'affermazione di Ismail Serageldin, vicepresidente della Banca Mondiale. «Se le guerre del XX secolo sono state combattute per il petrolio - ammoniva Serageldin - quelle del XXI secolo avranno come oggetto del contendere l'acqua». Ma se ora è possibile estrarre acqua dall'aria questo pericolo, forse, è definitivamente scongiurato. E non si tratta di un progetto o di una ricerca: «WaterGen» è una macchina già realizzata e in commercio, che può essere messa in casa, su un furgone o una nave. Una macchina in grado di «annacquare» antiche paure.

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