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Le donne al comando dell'arte? Tutto ebbe inizio con la mitica Palma Bucarelli (Roma 1910-1998).

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Unaleggenda costruita da lei stessa, passo dopo passo, con ferrea determinazione. Tanto da strappare nel 1951 un articolo ammirato di Montanelli, un mirabile ritratto. E tanto abbagliante, la Bucarelli, da far cadere Indro nel tranello di crederla dieci anni più giovane. Del resto si diceva che lei stessa avesse alterato il proprio passaporto per lasciarlo bene in vista nell'abitazione, sotto lo sguardo di qualunque ospite curioso. Lei era l'avanguardia e quindi doveva restare sempre giovane. Bella da far rabbrividire, affascinante, colta, intelligente, dotata di una volontà d'acciaio, mondana al punto giusto ma anche amante dello studio, presenza fissa sulle prime pagine di quotidiani e rotocalchi. Per oltre trent'anni la Bucarelli in pratica fu l'anima stessa dell'arte contemporanea italiana, come direttrice e poi soprintendente della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma dal 1942 al 1975. E così negli ultimi tempi è tutto un fiorire di libri e biografie che ne ricostruiscono la vita, da «Regina di quadri» (Mondadori) di Rachele Ferrario a «Palma Bucarelli immagini di una vita», cofirmato da Lorenzo Cantatore ed Edoardo Sassi (Palombi Editore). Ripercorrendo la sua vita viene fuori non solo il ritratto di una personalità fuori dal comune, la prima donna a conquistare i vertici nell'amministrazione statale dei musei, ma perfino l'immagine di un'Italia che ha dato il meglio di sé nella ricostruzione post-bellica e poi nel boom economico. Ancora oggi la Galleria Nazionale d'Arte Moderna è quel che è grazie al lavoro inesausto della Bucarelli, ai suoi lungimiranti acquisti (che le procurarono critiche ed interpellanze parlamentari ma che furono premiati dal giudizio del tempo), alle sue iniziative per la diffusione dell'arte contemporanea italiana all'estero, alle sue strepitose mostre internazionali: Picasso, Mondrian, Pollock, solo per dirne tre. E la Bucarelli fu così grande anche perché ebbe il coraggio delle scelte, schierandosi per l'astrattismo (per alcuni anni fu suo privilegiato interlocutore Piero Dorazio), per l'informale (Afro, Burri e Capogrossi), per il Nouveau Réalisme, per l'arte cinetica e programmata. Nel libro di Cantatore e Sassi, impaginato quasi come un film dalle bellissime immagini, la vediamo, sempre sorridente ma quasi glaciale, con de Chirico, Gropius, Wright, Moore, Dalì, Calder, ma anche con Visconti, Antonioni, Ionesco, Steinbeck e Argan, suo nume tutelare per tanti anni. E poi con i tanti politici e capi di Stato che ebbero amabilmente a che fare con la sua ferrea determinazione. Da Einaudi a Pertini, sono sette i presidenti della Repubblica, italiani o stranieri, con cui è ritratta, e altrettanti i ministri, i politici e i capi di governo, da De Gasperi ad Andreotti, da Aldo Moro a Veltroni. Infine, sono una vera e propria chicca i «nudini» della Bucarelli scattati dal suo grande amore, il giornalista e scrittore Paolo Monelli e che lei, ricevendoli in dono, commentò con un «Non credevo di essere così carina». Lo era davvero, anche senza veli. Gab. Sim.

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