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Due dive da favola

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Fanno scintille sul Lido, bellissimi e assaliti dai richiami dei fan. Monica Bellucci e Vincent Cassel ci tengono però a sottolineare: «Siamo qui come attori e non come coppia» e persino la stanza d'albergo non è la stessa. Anche questa è vita da star. La Bellucci è in concorso a Venezia come protagonista di «Un été brulant» di Philippe Garrel; il marito Vincent è invece nel cast di «A dangerous method» di Cronenberg per il quale già si scommette sul Leone d'oro. Nonostante il film di Garrel sia stato accolto da qualche buu e tante risatine, la bella Monica non si scompone sbattendo i suo occhioni e scuotendo i lunghissimi capelli neri. Mentre il regista Garrel si difende dai fischi: «Li prendeva anche Godard che è il mio maestro». Annunciato come scandaloso per il nudo integrale della Bellucci (47 anni) e per la differenza di età tra i due personaggi (lui è il 28enne Louis Garrel figlio del regista e compagno di Valeria Bruni Tedeschi che ha 19 anni più di lui), il film nell'insieme è risultato parecchio noioso. «Quella scena di nudo è stata un atto di generosità verso il film. Avevo partorito da poco ed ero in un momento fragile come donna, ma quando accetti un ruolo ti affidi al regista e così ho fatto». Nella scena la diva è distesa sul letto ed evoca vagamente Courbet e la sua erotica «Origine del mondo» e appare brevemente senza veli, mentre l'ambientazione romana risulta datata e i francesi sottolineano i soliti luoghi comuni sulla Capitale, persa tra ozio e decadenza. Però, per la Bellucci, la trama «è sulle differenze tra i rapporti sociali: io e Louis incarniamo una coppia ricca e famosa ma tremendamente infelice, perché non ha un'intesa nell'amore». Applaudito invece il film di David Cronenberg, «A Dangerous method», che racconta la storia di Sabina Spielrein (Keira Knightley) che fu oggetto di studio e di scambi amorosi tra Freud (Viggo Mortensen) e Jung (Michael Fassbender), mentre Vincent Cassel ha il ruolo del nichilista dissoluto, Otto. Per Cronenberg la psicanalisi di Freud è tutt'altro che superata, «recenti studi hanno mostrato che esistono zone del cervello dove potrebbe annidarsi l'inconscio». È certo che l'antisemitismo ha contato molto nella resistenza alla teoria di Freud «che oggi è stata in parte sostituita dall'uso di psicofarmaci». Diafana ed eterea nel suo abito chiaro la bella Keira si difende dal fatto che a lei le toccano sempre film in costume: «È vero mi piacciono e amo le figure storiche. Non è stato difficile fare la pazza, forse perché in parte lo sono. Ma ho studiato a lungo i documenti e le lettere tra Jung e la Spielrein», aristocratica nobildonna di origine russa. Sul Lido c'è stata intanto anche oggi Kate Winslet, stavolta per «Mildred Pierce», dramma in cinque parti diretto da Todd Haynes e dal 14 ottobre su Sky Cinema. Sullo sfondo della grande depressione americana del 1930, il film racconta la storia tra madre e figlia, quest'ultima sedotta dall'amante della madre, che sarà ucciso da una delle due. «Il "Mildred Pierce" con Joan Crawford del 1945 è un noir, noi invece volevamo un film più naturalistico», ha spiegato il regsista, mentre la Winslet confessa di «non aver visto il cult del '45. Sarebbe stato difficile creare un mio personaggio di Mildred dopo aver visto l'interpretazione della Crawford. Ma nel libro c'è una tale ricchezza di dettagli, come la posizione della gambe della protagonista, che mi è bastato. Mildred è debole, emotiva, cruda e aperta». Nella Sezione Controcampo è passato ieri l'annunciato «Scialla!» (che significa "va tutto bene") di Francesco Bruni, già apprezzato sceneggiatore di «Ovosodo» e de «La prima cosa bella». Il film ha ricevuto tanti applausi e ha commosso per la storia che si consuma tra un padre (Fabrizio Bentivoglio) e un figlio (Vinicio Marchioni., il Freddo della serie tv «Romanzo Criminale»). Il 50enne è un professore senza qualità, che scrive biografie di calciatori e personaggi televisivi, come quella su una pornostar polacca (Barbora Bobulova). Tra i suoi studenti peggiori c'è invece Luca che si scoprirà essere suo figlio e la madre glielo affiderà per sei mesi, chiedendogli per giunta di non rivelargli la sua identità paterna. Parte così una singolare convivenza tra l'ex prof e l'inquieto adolescente che finirà col mettersi in guai grossi. Solo allora il padre capirà quanto si stia legando a quel ragazzo pestifero, dal linguaggio davvero moderno e realistico.

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